Non tutto si può pagare in contanti perché la lotta contro l’evasione fiscale è una delle crociate che il Governo ha intrapreso nel 2020. La circolazione di denaro in contanti desta preoccupazione perché non sempre lecita può dirsi la provenienza dello stesso. I pagamenti in moneta liquida costituiscono il rifugio di molti truffaldini che hanno bisogno di disfarsi di alcune somme di denaro.
Ad alcuni contribuenti potrebbe accadere di entrare in possesso di liquidità che sarebbe imprudente versare sul conto corrente o lasciar confluire nella dichiarazione dei redditi. Ciò perché si tratta per lo più di contanti dalla dubbia provenienza o che rimandano alla retribuzione relativa a lavori in nero che non si può denunciare. Ma nella misura in cui si dispone di liquidità da smaltire è d’obbligo chiedersi cosa si può pagare in contanti nel 2020.
Il Decreto Fiscale n. 124/2019
La Legge di Bilancio 2020 ha contribuito a corroborare ulteriormente le intenzioni governative in merito alla lotta contro evasori e criminali. Il Decreto Fiscale n. 124/2019 ha stretto ancor di più i cordoni della tolleranza nei riguardi dell’utilizzo dei soldi contanti.
A partire dal 1° luglio 2020 si abbasserà a 2000 euro il tetto massimo dei pagamenti che i contribuenti potranno effettuare con moneta sonante. Oltre tale soglia scatteranno gravose sanzioni che avranno carattere esemplare e che mirano a scoraggiare il ricorso al contante per azioni illecite.
Cosa si può pagare in contanti?
Per i funzionari dell’Agenzia delle Entrate non costituisce una novità che l’utilizzo massiccio di contante agevola l’evasione fiscale, ma anche il riciclaggio di denaro sporco. Per ridurre il raggio di azione di disonesti e criminali e contenere i due fenomeni si è provveduto a proibire alcuni pagamenti in contanti.
L’obbligo di pagamenti tracciabili tramite l’uso di strumenti elettronici quali Pos rende più difficile occultare e sbarazzarsi di denaro in contante. Tuttavia esiste ancora la possibilità di pagare con moneta liquida alcuni servizi e beni. Primi fra tutti il canone di locazione purché corredato di ricevuta che attesti il versamento dell’importo mensile. Altrettanto dicasi per il pagamento di imposte quali l’Imu, la Tasi o l’Iva. Sono autorizzati anche i pagamenti in contanti, addirittura oltre la soglia dei 3000 euro, a favore di agenzie di viaggio.