Quando si viene chiamati ad affrontare un colloquio di lavoro si sa che le domande scomode saranno all’ordine del giorno.
Frequentemente, infatti, capita di dover rispondere a domande strane che sembrano avere poco a che fare con il posto di lavoro a cui si ambisce.
In questo articolo Noi di ProiezionidiBorsa abbiamo cercato di aiutare il Lettore a non cadere nelle trappole tese dai selezionatori.
Nonostante le domande strane siano frequenti, e anche legittime, ce ne sono alcune che non dovrebbero mai essere fatte. Questo non solamente per questioni etiche o morali, si tratta di domande vietate dalla legge.
Sono quelle domande molto personali che potrebbero ledere la dignità o la privacy del candidato. Le domande, infatti, sono utili per valutare le competenze di una persona ma non dovrebbero mai andare oltre alla vita professionale.
Vediamo, allora, cosa rispondere alle domande scomode del selezionatore durante un colloquio.
È sposata/o? Vuole dei figli? Ha dei figli?
Si tratta di una di quelle domande non inerenti alla sfera professionale che entrano prepotentemente in ambito privato.
E, proprio per questo motivo, l’art. 27 del codice delle pari opportunità (D.Lgs. 198/2006) vieta espressamente questa tipologia di domande.
La ratio dell’articolo è quella di eliminare qualsiasi tipo di discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro.
Specialmente perché questo tipo di domande viene rivolto frequentemente alle candidate di sesso femminile.
Di che partito politico è? È iscritto a un sindacato? Quale credo religioso professa?
In questo caso è lo Statuto dei Lavoratori a vietare questa tipologia di domande. Infatti, è previsto il divieto per il datore di lavoro di indagare, anche servendosi di terzi, sulle opinioni sindacali, politiche o religiose del dipendente. Le credenze religiose o le opinioni politiche non possono essere usate come criterio di selezione.
Ha sofferto di depressione? Soffre di qualche patologia?
Tutte le domande inerenti lo stato di salute del candidato sono vietate dal D.Lgs. 276/2003. Anche le domande che vanno a indagare su eventuali disabilità sono da ritenersi illegali.
Ovviamente, questi divieti cadranno di fronte a categorie protette dal momento che, in quel caso, la disabilità è resa nota all’interno del curriculum.
Cosa rispondere alle domande scomode del selezionatore durante un colloquio
Quando ci si trova a dover rispondere a questa tipologia di domande il candidato potrà evitare di farlo. Il consiglio è quello di chiedere il motivo della domanda e a cosa serve in relazione alla mansione che si andrà a ricoprire.
In ogni caso domande del genere denotano scarsa professionalità da parte del datore di lavoro.