La FED ha parlato ieri, confermando ciò che in molti prevedevano avrebbe fatto. Una conferma che ha portato i mercati ad esordire in positivo. Ad un’ora circa dall’apertura delle contrattazioni, infatti, il Ftse Mib sfiorava il +1% come anche il Ftse 100 che superava di poco questa soglia. Nel frattempo il Dax arrivava all’1,7% e il Cac 40 all’1,24%. Stesso ottimismo anche per i futures di Wall Street che veleggiavano tutti intorno al +0,5%.
Oggi, invece, è stato il turno della BCE ma anche della BoE, la Banca centrale inglese. In particolare l’istituto guidato da Christine Lagarde era atteso alla pubblicazione delle proiezioni macroeconomiche estese al 2024, oltre alle novità decise per quanto riguarda il PEPP.
Dunque FED, BoE e BCE hanno parlato ma cosa hanno detto le Banche centrali oggi? In poche parole i fatti. Partendo proprio dalla BCE. L’annuncio, poco dopo le 14.30, è stata una conferma sui tassi di interesse che non sono stati toccati. Diverso, invece, l’andamento sul fronte degli acquisti che, in progressivo rallentamento, si chiuderà a marzo per il Pepp, ovvero il programma di aiuti nato con la pandemia. Invece aumenterà quello nato nel 2015, ovvero l’Asset Purchase Programme (APP).
Cosa hanno detto le Banche centrali oggi
Per quanto riguarda, invece, la FED, come anticipato, ha deciso, per bocca del suo numero uno Jerome Powell, di accelerare l’uscita dai piani di stimolo. In particolare le intenzioni riguardano il taglio degli acquisti sul mercato, taglio che da 15 passerà a 30 miliardi in meno. In questo modo si avrà la possibilità di chiudere il tutto, come per la BCE, verso marzo. Ma novità arrivano anche dal rialzo dei tassi di interesse che riceveranno una sferzata. Per il momento non è noto il numero ufficiale, ma si parla di due o tre aumenti nel prossimo anno. In realtà, anche dati gli ultimi numeri riguardanti l’aumento del costo della vita, i vertici della Banca USA avevano già fatto una parziale retromarcia quando avevano ammesso che l’inflazione stava assumendo caratteristiche che potevano non essere più considerate transitorie.
Numeri alla mano, infatti, l’indice dei prezzi al consumo a novembre registrava l’ennesimo rialzo arrivando a +6,8%, livello che non si inquadrava dal 1982. Parallelamente, però, il mercato del lavoro a stelle e strisce sembra reagire bene. Infatti la disoccupazione è scesa dal 4,6% di ottobre al 4,1% di novembre.
Tornando alle Banche centrali, la BoE ha deciso di passare all’attacco con un rialzo dei tassi di interesse (ora a 0,25%) come anche la sua collega norvegese (0,50%). Chi invece, tra le Banche centrali, sembra andare controcorrente, è la Banca centrale turca che continua invece a tagliare i tassi di interesse con l’inflazione che continua a salire e la lira turca a perdere terreno.