Bisogna, prima di tutto, partire con un chiarimento sui termini. Assegno di mantenimento, di divorzio e di alimenti non sono la stessa. Indicano, cioè, tre tipi di sostegno diversi e rispondono a funzioni diverse. L’assegno di mantenimento può essere chiesto al giudice dal coniuge economicamente più debole della coppia al momento della separazione. Esso, in linea molto generale, viene determinato in un ammontare tale da permettere al coniuge separato di tenere lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio.
L’assegno di divorzio, invece, ha 3 funzioni: assistenziale, compensativa e retributiva. Tradotto, questo ha lo scopo principale di garantire all’ex coniuge una vita dignitosa e l’indipendenza economica. Quindi non fa riferimento al tenore di vita. L’assegno per alimenti è, invece, un’altra cosa. Viene attribuito ad una persona, per via del suo legame nello stato di famiglia con l’obbligato, per assicurarne la sopravvivenza in caso di vera necessità. Dunque, parlare di alimenti o di assegno di mantenimento in caso di divorzio è a livello tecnico non corretto.
Le sanzioni in caso di mancato pagamento
Sono purtroppo molto diffusi i casi in cui l’assegno di mantenimento e l’assegno divorzile non vengono corrisposti dal coniuge obbligato. Ed allora, ecco cosa fare e cosa rischiano l’ex moglie o l’ex marito che rifiutano di pagare e come tutelarsi dal loro comportamento. Intanto, bisogna conoscere l’articolo 570 bis del codice penale, introdotto nel 2018. Questa norma punisce come reato, il comportamento di chi non paga ogni tipologia di assegno dovuto in caso di scioglimento del matrimonio o di separazione. Oppure viola i doveri economici nei confronti dei figli. La pena consiste nella reclusione fino ad un anno oppure la multa da 103 a 1.032 euro.
Altra sanzione che rischia il coniuge o l’ex coniuge inadempiente è quella dell’articolo 709-ter codice di procedura civile, inflitta dallo stesso giudice che ha seguito la separazione o il divorzio. Il giudice può, infatti, in caso di gravi inadempienze anche nei confronti dei figli, ammonire il genitore inadempiente. Può disporre il risarcimento dei danni nei confronti del coniuge o dell’ex coniuge o dei figli. E può imporre una sanzione amministrativa da un minimo 75 euro fino ad un massimo di 5.000. La Corte Costituzionale con la sentenza 145/2020 ha chiarito che le sanzioni degli articoli 570-bis (il reato) c.p. e 709-ter c.p.c. non sono cumulabili. Per questo il coniuge o l’ex coniuge inadempiente potranno essere condannati solo ad una delle due misure punitive.
Cosa fare e cosa rischiano l’ex moglie o l’ex marito che non pagano gli alimenti e il mantenimento all’ex partner o ai figli
Infine è importante ricordare che esistono anche rimedi civili contro le inadempienze della controparte. L’assegno di mantenimento o quello di divorzio riconosciuti dalla sentenza del giudice (su separazione o divorzio) ai figli e al coniuge o ex coniuge costituiscono titolo esecutivo per quelle somme. Dunque, se l’obbligato non paga basterà inviare una lettera di diffida in cui si intima di pagare quanto dovuto. Se questa non ha riscontro si invia poi il precetto che avvia la procedura esecutiva. Se entro 10 giorni il precetto con l’ordine di pagare non risulta rispettato, parte la vera e propria esecuzione forzata. Il primo atto è il pignoramento dei beni dell’ex coniuge.