L’anno nuovo, lockdown o no, ha portato molte organizzazioni a rivedere l’organico, a sfoltire i ranghi a rivoluzionare le divisioni. E qualcuno si trova ad aver peggiorato ulteriormente le condizioni di lavoro. A vivere situazioni di stress molto pesanti. Ecco cosa fare per difendersi da un capo-incubo, una jattura per qualsiasi organizzazione.
Un leader che non ascolta, maltratta e offende chi lavora con lui. Ma, in presenza o in conference call, vuole solo essere adulato. Ecco come comportarsi con un leader che non ha le idee chiare e che non sa gestire le situazioni critiche. I preziosi consigli ci arrivano da psicologi esperti interpellati da Noi del Team di ProiezionidiBorsa.
L’illusione del decatleta
Cosa fare in ufficio, al lavoro, per difendersi da un capo-incubo. Molti leader rivelano competenza e ottime capacità di leadership. Altri, invece di riconoscere il valore degli altri, apprezzare le buone idee e trasmetterle per conseguire gli obiettivi del team, presentano alcune caratteristiche che gli psicologi definiscono “sindrome del decatleta”.
La condizione di potersi cimentare in qualsiasi campo ai massimi livelli. L’autostima ipertrofica porta a sopravvalutare i talenti, e a esagerare le proprie competenze. A raggiungere i suoi obiettivi grazie al meccanismo della profezia che si auto-avvera. È talmente sicuro di ottenere potere e successo, che lo ottiene sul serio. Perché? I sottoposti tendono a pensare che una tale convinzione debba pure avere un fondamento.
La sicurezza conferisce carisma?
Su breve termine la scelta può anche rivelarsi giusta. La capacità di prendere iniziative e imporre visioni può essere quello che ci vuole, per dare una scossa a un’azienda stagnante. La sicurezza conferisce carisma e, in un primo tempo, procura stuoli di ammiratori.
Ma attenzione alla headline intelligence, l’intelligenza artificiale: alcuni capi settore, capi divisione o amministratori delegati non hanno mai approfondito la loro preparazione. Fanno solo scena a sono privi di sostanza.
Inoltre, non hanno la propensione all’impegno, propria delle persone davvero valide. Poiché ignorano i feedback negativi, o non sono in grado di imparare dagli errori, che non riconoscono, e più in generale dall’esperienza.
Cosa fare al lavoro per difendersi da un capo-incubo
Il capo-incubo, ovviamente, maltratta i dipendenti, soprattutto quelli che non si profondono in continua ammirazione e approvazione. Che fare dunque se ci si ritrova a lavorare con un capo-incubo?
Prima regola, non reagire mai alle sue provocazioni, al suo stile abrasivo e logorante. Che fa sentire sempre svalutati. Mantenere autocontrollo e conservare tranquillità nel dialogo. Manifestare le proprie idee in maniera pacata, dosare l’ironia, che spesso blocca gli atteggiamenti prevaricatori.
Mantenere salda l’autostima
È importante imparare a gioire per i risultati, non per lodi e riconoscimenti. Bisogna mantenere salda l’autostima. Imparare a motivarsi da soli e riconoscere i propri meriti. Essere un membro importante nel team, ambire a un aumento o a una promozione è possibile? Sì. Ma il momento giusto è quando il capo-incubo comincia a interpellarci perché decide di ascoltarci.
Ma attenzione, se si guadagnano posizioni, poi dobbiamo aspettarci che egli ci dia una direzione chiara nel lavoro. In genere si aspetta che sappiamo già cosa dobbiamo fare. Per cui, avendo qualche dubbio, meglio parlarne con lui per essere sicuri di non aver sottovalutato gli obiettivi.
Allargarsi ma non troppo
Uno studio condotto nel 2016 dall’Università Bocconi rivela che l’83% dei dirigenti appare consapevole delle conseguenze che le proprie decisioni hanno sui propri sottoposti.
Ma solo il 59% crede che questo sia vero. Nelle organizzazioni dove le decisioni vengono condivise e si incoraggia il confronto aperto, i risultati sono migliori. Ma anche questo funziona solo sul breve periodo. Perché quando le persone si sentono libere di far valere le proprie idee, possono nascere scontri che aumentano il carico emotivo dei leader incaricati di gestire.