Sempre preferibile comprendere cosa sia il redditometro e come eventualmente difendersi dai controlli che l’Agenzia delle Entrate potrebbe compiere. Plausibili gli interrogativi in merito a come funziona, a cosa controlla, a chi si applica e quali i contribuenti a rischio quando scattano i controlli. Gli accertamenti e le verifiche del Fisco non giungono mai gradite neanche a quanti non si fregiano del titolo di elusori fiscali.
Secondo quanto statuito dall’articolo 53 della Costituzione rientra nei doveri del cittadino italiano contribuire alle spese statali in proporzione alle proprie potenzialità economiche. Discende da questo principio il relativo obbligo di ciascun contribuente di ottemperare al pagamento delle imposte. Sapere cosa è e come difendersi dal redditometro pone nelle condizioni di scongiurare il rischio di verifiche da parte dell’Autorità fiscale.
Cosa è il redditometro
Con il termine redditometro si individua una strategia di intervento di cui dispone l’Agenzia delle Entrate per rilevare delle anomalie a livello fiscale. Il redditometro rappresenta una modalità di controllo sulla condizione reddituale del contribuente. Il ricorso ad un software assai sofisticato unitamente alle informazioni presenti nelle banche dati consentono al Fisco di individuare eventuali discrepanze. Ciò perché i controlli dell’amministrazione finanziaria scattano proprio in presenza di evidenti discordanze tra il reddito dichiarato e il tenore di vita del cittadino.
Cosa è e come difendersi dal redditometro
Il redditometro porta all’emersione l’eventuale mancata coincidenza tra gli introiti di un soggetto e le spese sostenute nell’arco di un anno. L’Agenzia delle Entrate innesca una serie di accertamenti in presenza di spese elevate che il contribuente non potrebbe sostenere in riferimento al reddito dichiarato. Se l’ammontare complessivo delle uscite supera le entrate nella misura del 20%, il Fisco sguinzaglia la sorveglianza.
Per evitare l’avvio di procedure di controllo occorre sapere come agire e in che modo eventualmente giustificare le anomalie emerse. Se chiamato a render conto di una discrepanza, il contribuente può dichiarare di attingere da altre fonti di reddito. Queste ultime non confluiscono nella dichiarazione dei redditi, cui ciascun contribuente è tenuto, solo se sono esenti o già decurtati delle tasse in origine.
Il che equivale a dire che il contribuente può difendersi da ulteriori accertamenti dichiarando per esempio che ha venduto dei beni. O ancora che ha ricevuto donazioni, borse di studio, assegni familiari, risarcimenti per danni subiti. Può altresì dimostrare di aver incassato una vincita o una quota di eredità e in tal modo dimostrare l’incremento di denaro affluito nelle proprie casse.