Domani è attesa la risposta dell’EMA alla vexata quaestio dei vaccini.
L’Agenzia europea per i medicinali, in particolare, si pronuncerà sull’eventuale rapporto di causalità tra vaccino AstraZeneca e morti intervenute dopo poco tempo dalla somministrazione.
Quella dei vaccini non è certo una questione dibattuta solo in occasione di questi eventi avversi. Da quando sono stati inventati, si è sviluppato un ampio dibattito, che ha visto contrapporsi favorevoli e contrari, proprio in considerazione di ipotizzati eventi avversi.
Ma quali sono le possibili, diverse risposte su quanto si è verificato?
Cosa dirà l’Ema sul vaccino AstraZeneca? Le possibili, diverse risposte e le relative conseguenze
Una prima possibile risposta è quella che già sinora è stata fornita.
Ossia una eventuale conferma che non esiste prova di un nesso causale tra vaccinazioni e morti dei soggetti vaccinati.
Sarebbe una risposta dalle conseguenze molto gravi, a mio modo di vedere.
Infatti dobbiamo fare attenzione che il fatto che un nesso di causalità non sia provato, non significa che non esista.
Forse, non siamo abituati a sentire questa espressione, questa frase, riferita agli eventuali effetti di un farmaco.
Eppure, ben la conosciamo.
Molte volte viene pronunciata in ambito giudiziario, prevalentemente penale, ma non solo.
Assenza di prove significa, in tali contesti, semplicemente che non si è raggiunta una prova di un certo fatto. Il che è completamente diverso dal riconoscere, invece, che quel fatto non si sia verificato.
E proprio in ambito giudiziario il nesso di causalità è spesso dibattuto a proposito della morte di una persona.
Più in generale, un medico può porre diversi quesiti a se stesso o ad altri colleghi, sulla morte o sulla patologia di una persona.
Ma non sempre la medicina è in grado di offrire risposte sicure.
Le conseguenze di una mancata prova sul nesso di causalità
Se quindi si confermasse solo che manca la prova del nesso eziologico, questo avrebbe inevitabili ripercussioni sulle vaccinazioni.
Ogni persona che decidesse di vaccinarsi si domanderebbe quali rischi concretamente potrebbe correre, ma una risposta non ci sarebbe.
Semplicemente saprebbe che un nesso non è stato provato rispetto agli eventi avversi intervenuti post vaccinazione. Ma non potrebbe escludere che possano verificarsi.
A quel punto cosa decideranno le autorità statali?
Quanto meno, se si decidesse di consentire nuovamente il vaccino AstraZeneca, bisognerebbe comunicare a chiare lettere proprio questo, cioè che prove non ci sono, ma sia nel senso che non esiste prova del nesso di causalità, sia che questo nesso non può neppure essere escluso.
Dovrà quindi essere il singolo a decidere, autonomamente, se sottoporsi o meno al vaccino, ma sulla base di quello che oggi si definisce un consenso informato.
Una diversa risposta
Sarebbe ovviamente auspicabile una diversa risposta.
Una risposta che affermi o escluda in modo certo e preciso il nesso di causalità.
Tuttavia dubito che si possa avere. Soprattutto perché è troppo breve il lasso temporale a disposizione dell’ente per svolgere tutte le possibili analisi, per giungere ad un risultato così certo e definitivo.
Sta infatti manifestandosi chiaramente, in queste ore, soprattutto l’indirizzo a far presto nel rilasciare una risposta. E contestualmente appare chiaro come si spinga per una veloce ripresa delle vaccinazioni, quale priorità da rispettare.
Personalmente sono di parere esattamente opposto.
Ritengo infatti che la priorità vada data all’accertamento della verità, impiegando tutto il tempo necessario. E sono anche dell’opinione che se la risposta fosse per la mera mancanza di una prova del nesso di causalità, allora non bisognerebbe continuare con le somministrazioni del vaccino esaminato.
È certamente vero che i possibili eventi mortali sarebbero una minoranza, rispetto al numero di vaccinati, e quindi di potenziali immunizzati, ma sono sempre stato dell’opinione che non sia una questione di numeri.
Non possiamo barattare un numero significativamente elevato di potenziali immunizzazioni con morti sicure o probabili, anche se in numero limitato rispetto al numero di vaccinazioni effettuate.
O si fornisce una prova di esclusione del nesso, o le somministrazioni previste di AstraZeneca non vanno riprese, ma sostituite con quelle di un altro vaccino più sicuro, se disponibile nelle dosi sufficienti. Intanto stiamo a vedere sul vaccino AstraZeneca cosa dirà l’EMA.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“