Compra basso e vendi alto. Il mercato spiegato in 4 parole. Letteralmente. Ma cosa decide il prezzo delle azioni?
Facciamo un po’ di chiarezza
Sarebbe troppo facile, infatti, dire, come sempre accade, che il vero segreto è quello di vendere ad un prezzo maggiore rispetto a quello che si è comprato. Anche perché per farlo bisognerebbe avere la sfera di cristallo per capire quando e come il prezzo salirà. E di quanto. Infatti non bisogna solo sapere che (anzi, se) salirà. Ma fino a quanto. In modo da vendere prima. E ancora: sapere quando un’azione che sta scendendo è ormai prossima allo stop e, quindi, alla risalita.
Cosa decide il prezzo delle azioni?
E anche in questo caso il punto principale è riuscire ad aspettare il momento preciso in cui il calo finisce. Quindi: capire quando un titolo ha smesso di scendere di prezzo, comprarlo, e venderlo quando ha raggiunto il massimo del rialzo possibile. Lo scopo è quello di estendere al massimo il margine di guadagno. Ma dietro a queste dinamiche di cali e di aumenti di prezzo, ci sono migliaia di fattori che sono difficili da prevedere ma che, invece, è necessario conoscere in anticipo. E’ in questo punto che si trova la più grande difficoltà del mercato.
Cosa contribuisce a determinare il prezzo
Infatti sono diversi i fattori che contribuiscono al prezzo di un titolo, sia sul breve e sul lungo termine, ed è di basilare importanza saperli individuare. Ma anche riuscire a capire l’entità dell’impatto e, come accennato, intuire se questo sarà sul breve o sul lungo periodo. Semplificando al massimo il concetto, i prezzi delle azioni cambiano a seconda delle dinamiche dell’offerta e della domanda. Le azioni sono offerte tutti i giorni e gli azionisti iniziano a comprare: più alta è la domanda, maggiore è il prezzo. Una sorta di gigantesca asta. Viceversa quando l’interesse in un’azione diminuisce, vengono registrate meno offerte concorrenti, quindi il prezzo tende a scendere.
Cosa determina l’interesse degli investitori in un’azione?
In breve: le informazioni
Informazioni che sono sempre numerosissime e non sempre verificabili da chi compra. Rapporti sugli utili, comunicati stampa, notizie, documenti giudiziari, tweet, hype generico, semplici indiscrezioni oppure, informazioni riservate, solitamente in arrivo da ambienti interni a chi lavora in un’azienda o con un’azienda. A seconda delle informazioni, o per meglio dire, della reazione che gli investitori hanno verso quelle informazioni, nascono i movimenti di mercato.
Un caso italiano
Tempo fa, quando la Juventus si trovava a dover scegliere ancora il suo allenatore, arrivarono indiscrezioni che, oltre ad altri nomi, vedevano per certo sulla panchina della Vecchia Signora Pep Guardiola, allenatore del Manchester City. Le azioni iniziarono a salire perché aumentò vertiginosamente la richiesta. Oggi l’allenatore della Juventus è Maurizio Sarri.