Cosa comporta il MES per l’Italia? Dall’UE possibile beneficio per 200 miliardi

gualtieri

Solo ieri sera dai 19 ministri economici dell’Eurogruppo è arrivato il via libera al MES “rivisitato”, richiesto da più paesi per fronteggiare le spese legate alla pandemia da Covid-19. Cosa comporta il MES per l’Italia? “Dall’UE possibile beneficio per 200 miliardi” ha detto il ministro Gualtieri, che tuttavia si riferiva tanto ai fondi del MES quanto alle garanzie e ai prestiti BEI, nonché ai fondi del c.d. Fondo Sure. In totale per adesso l’UE ha messo sul piatto – per tutti i suoi Paesi aderenti – la bellezza di €540 mld di aiuti (e garanzie) al fine di dare risposta all’emergenza economica. Gli strumenti che l’Eurogruppo ha tirato su sono tre, facciamo quindi il punto della situazione.

Il MES …last version

Il primo strumento, come anticipato, è il MES, il famoso Fondo salva-Stati. Qui va detto che alla fine è passata la linea italiana, ma la “battaglia per spuntarla” non è stata semplice. In poche parole il MES adottato non prevede alcuna condizione particolare, quest’ultima intesa nel senso di nessun controllo rafforzato o Troika di sorta. Occorre tuttavia vincolare le linee di credito attinte per le sole spese sanitarie. La fetta di risorse spettante all’Italia sarebbe (e lo ha confermato il commissario all’Economia UE, Paolo Gentiloni) di €37 miliardi scarsi sui 240 mld totali. È previsto poi un tasso d’interesse dello 0,1% sulle somme attinte e una scadenza di 10 anni per rimborsale; sono concretamente disponibili dal 1° giugno 2020. Il Fondo salva-Stati potrà tuttavia attivare il meccanismo di allerta rapido, ossia potrà chiedere la restituzione tempestiva del prestito.

Domanda: l’attuale MES conviene sì o no?

Ovvio che la domanda di chiunque, esperto o meno di economia, attiene a un punto: convengono i fondi MES? Rispondiamo solo dopo aver fatto una premessa. Sull’opportunità politica di ricorrervi o di rifiutarli non ci pronunceremo, semplicemente perché il quesito non è di nostra competenza. Sull’aspetto “numerico” invece sì, diremo la nostra. Due dati: il tasso d’interesse è certo e pari allo 0,1%. Ora, se si ipotizzasse un tasso d’inflazione annuo medio annuo dell’1% da qui al 2030 (la scadenza decennale) e la non attivazione di allerta rapido, la convenienza è palese. Ossia: ci si indebita per €37 mld scarsi, ma se il Paese decolla e l’inflazione risorge, sarebbe quest’ultima a pagare una particina del debito. Come a dire: m’indebito per 10 nominale ma a scadenza ti restituisco meno in valore reale.

Le altre misure adottate

Oltre al MES vanno comunque citati gli aiuti dati dalla Banca Europea per gli Investimenti (la BEI). Quest’ultima avrà la capacità e competenza di mobilitare garanzie e prestiti per complessivi €240 mld, che si andranno a sommare ai €100 mld stanziati dal c.d. Fondo Sure. Ricordiamo che quest’ultimo è lo strumento che da giorni era stato già previsto dall’Eurogruppo per fornire un valido scudo contro la disoccupazione europea. È a questo proposito che il ministro italiano all’Economia, Roberto Gualtieri, ha detto come tra MES, Bei e Sure, l’Italia potrebbe beneficiare di oltre €200 mld. Una valanga di soldi di cui il Paese necessita, anche perché da qui a giorni sarà reso pubblico il c.d. decreto Rilancio con la sua potenza di aiuti e sostegni a famiglie e lavoratori.

Cosa comporta il MES per l’Italia?

Ci sono ancora due ultime importanti considerazioni da fare. La prima riporta a Berlino, in casa BCE, dove non va sottaciuto il suo forte sostegno al debito pubblico dei Paesi UE, Italia in testa. L’istituto guidato da Christine Lagarde è da settimane che ormai sta portando avanti il suo programma contro la pandemia mediante l’acquisto di bond governativi da €750 mld.

Ultimo, ma non per questo meno importante, c’è poi l’”asso atteso” dai vari Stati, ossia il Recovery Fund, ovvero il Fondo per la ripresa. Un (potenziale) arsenale comunitario stimato tra i €1.500 e i €2.000 miliardi. Qui però la quadra non è ancora a portata di mano, e da più fronti si chiede di fare presto. Per paesi come l’Italia, infatti, i fondi vanno resi disponibili il prima possibile.