Un focus per comprendere cosa ci accade quando si sotto l’influsso del cervello rettile.
Secondo la teoria evoluzionistica, gli uomini “discenderebbero” dalle scimmie, ma forse anche dai rettili. O meglio, quelle creature striscianti non proprio simpatiche, avrebbero a che fare con la nostra “materia grigia”. La frontiera delle neuroscienze considera infatti il cervello umano ripartito in tre distinte aree. Vale a dire: il secondo cervello, il neocervello e il cervello rettiliano, appunto. Vediamo, quindi cosa ci accade quando si è sotto l’influsso del cervello rettile.
Il cervello rettiliano
Questo cervello deve il suo nome evocativo alla forma particolare che lo caratterizza. Che significa? Semplicemente che il suo aspetto è simile a quello del cervello di un rettile. E’ questa la parte più antica del cervello, essendosi evoluta svariate centinaia di milioni di anni fa. Ed è forse quella meno legata al nostro lato più squisitamente umano. Infatti, stando alla teoria del cervello trinitario, cioè suddiviso in tre unità, i cervelli più “umani” sarebbero il secondo cervello e il neocervello.
Infatti, il secondo cervello è quello atto a conferire le nostre qualità umane. Il neocervello sarebbe invece quello più funzionale ad elaborare idee nuove e soluzioni creative. Solo quest’ultimo, secondo lo studioso MacLean, sarebbe il cervello propriamente umano. Gli altri due, infatti, e in particolare il cervello rettiliano sarebbero molto più “animali”.
L’influsso del cervello rettile
Il cervello rettile è dunque quello più legato agli istinti primordiali. Per cui, quando siamo preda di questa area del cervello, non possiamo che aspettarci esplosioni di aggressività e violenza. Le pulsioni che quindi si scatenano sono di tipo distruttivo e autodistruttivo. Pertanto quando prende il sopravvento il cervello rettiliano, si dà via libera al mondo delle pulsioni degli istinti.
Stando agli studiosi, ci sarebbero dati sperimentali e clinici a dimostrare che il cervello rettiliano è sede delle cosiddette “emozioni forti”. Tra cui si annoverano: paura, terrore, rabbia, tristezza e sentimenti paranoidi. Risultati, questi, che gettano uno spiraglio di luce sulle basi biologiche dell’aggressività, della violenza e dell’ egoismo dell’uomo. Ecco perché di fronte alla catena di reazioni distruttive messe in atto dall’uomo, si è soliti dire che si è liberato il rettile che è in noi.