Cosa cambierà dopo gli Stati Generali

Economia globale

Cosa cambierà dopo gli Stati Generali? Nove giorni di incontri, 82 meeting. Dagli Stati Generali convocati dal Governo Conte alla Villa Pamphilij di Roma, uscirà o no un lavoro utile per il piano del Governo finalizzato alla rinascita dell’Italia? Il quadro macroeconomico si presenta desolante. Si immaginava che questa emergenza avrebbe portato con sé alti costi, oltre che umani, economici e sociali. Ma forse non era chiaro a tutti che l’incertezza che si è scatenata non verrà sciolta nel giro di qualche mese.

L’Istat ha pubblicato gli ultimi dati sul fatturato dell’industria ad aprile: sono cifre che fotografano una congiuntura drammatica. Il Pil è calato del 17,4% nel secondo semestre. Il fatturato è calato del 29,4% rispetto a marzo, del 23,9% nella media dello stesso trimestre del 2019. Il calo del fatturato è esteso sia al mercato interno che a quello estero e questo raddoppia l’effetto discesa. In sostanza, le famiglie accolgono bonus, contributi e agevolazioni, ma nessuno spende: c’è molta paura del futuro, si chiedono scelte chiare, rispetto degli impegni e concretezza. Ecco come stiamo di salute e i punti chiave da tenere d’occhio, sui quali si promette di intervenire.

Un’Italia più moderna e più inclusiva, ma quando?

Il premier promette di voler costruire un’Italia semplice, della conoscenza, unita da una fibra ottica a basso costo per tutti, un’economia green, delle opportunità e della solidarietà. Puntando su alta velocità, pagamenti elettronici, transizione energetica, incentivi alle imprese, un modello alla tedesca parrebbe. Tra i punti elencati per raggiungere questo obiettivo c’è quello di creare “un’Italia più inclusiva”, anche grazie alla riduzione del cuneo fiscale. C’è grande attesa per il taglio dell’Iva. Ma anche per una maggiore inclusione delle donne nel processo di modernizzazione. Occorre più attenzione alla povertà educativa giovani. Bisognerà investire molto nella ricerca, nella scuola, nella la formazione continua dei lavoratori del privato, della pubblica amministrazione e dei professionisti. Quel che nessuno ha neanche ipotizzato, sono le tempistiche di questi interventi.

Commercio e turismo in default

Nonostante i proclami e nonostante i molti bonus, contributi, incentivi e interventi economici, i primi dati post-lockdown della Confcommercio mostrano che i pagamenti sono tutti rimandati, che i consumi sono a picco nel mese di maggio appena conclusosi (-92% tempo libero, alberghi e ristoranti -66%, abbigliamento -55%)  e che il piccolo commercio e il turismo stanno morendo. Si rischia che il Paese non riesca ad attuare la ripresa economica a cui si punta. Il premier Conte, mentre le famiglie rinunciano pure a mandare i figli all’Università (oltre 10.000 immatricolazioni in meno) parla della necessità di puntare alla limitazione del contante: “Dobbiamo favorire i pagamenti digitali, il cashless. Le componenti sane e migliori del Paese ci chiedono di contrastare l’economia sommersa”.

I provvedimenti d’emergenza: scostamenti di bilancio e impulso alla filiera green

Tra i punti che Conte ha definito “tra i più condivisi” c’è quello riguardante la riforma dell’abuso d’ufficio: “Il progetto del governo è di rivedere la responsabilità erariale”, ha affermato auspicando l’avvio di un “processo di sburocratizzazione” necessario. Ma le parti sociali chiedono a gran voce una rimodulazione dell’Iva, per non far fuggire all’estero le nostre imprese. E’ in fase di valutazione, invece, l’ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio: “Non abbiamo ancora fatto di conto, ma fra un po’ dovremo metterci intorno a un tavolo. L’aggiornamento è costante anche rispetto ai flussi di cassa dello Stato”. Si intende avviare una transizione energetica che punti a sviluppare un’economia green: “Dobbiamo creare degli spazi industriali in cui si lavori per l’economia circolare, decarbonizzare l’Italia e creare distretti di economia circolare con parchi eolici e energia idrica”.

Il botta e risposta con le imprese

I capisaldi del botta e risposta tra governo e industriali dovrebbero essere considerati in questi giorni dal Consiglio dei Ministri per la messa a punto di misure più idonee a sostegno delle imprese. L’esito dei ‘grandi lavori’ non è certo soddisfacente per il premier Conte. Le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi sono state roventi nei confronti di Palazzo Chigi: Bonomi ha detto con forza che ad applicare la ‘resilienza’ tanto citata in questi giorni, sono state le imprese, non il Governo. La Cassa Integrazione è stata erogata di tasca propria dagli industriali che potevano farlo. Alcuni l’hanno recuperata appena ora. Mentre migliaia di piccoli imprenditori che non potevano anticipare gli stipendi ai loro operai, non l’hanno ancora ricevuta. Dunque, in migliaia aspettano i soldi da tre mesi e forse aspetteranno ancora per quattro settimane.

Cosa cambierà dopo gli Stati Generali

Cosa cambierà dopo gli Stati Generali? In molti dibattiti il premier Conte ha ammesso i ritardi, ma poi ha cambiato discorso. “Qualcuno crede che questo governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica. Voglio precisarlo molto chiaramente: le misure che abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti in questi Stati Generali, sono dedicate al sostegno delle imprese. Da parte di questo governo c’è una costante attenzione per il sostegno alle imprese. Per noi l’impresa è un pilastro della nostra società. Ma oggi il tema è il piano di rilancio. Voliamo un po’ alto, questa partita dare-avere verrà risolta dai nostri uffici”. 

Ma la risposta ai complimenti è stata molto diversa da quella che si aspettava. “Chiedo immediato rispetto per la sentenza della Magistratura che impone restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione”, ha aggiunto Bonomi. Bonomi ha chiesto inoltre che si onorino contratti e debiti, che non si nascondano ‘colpe ed errori degli ultimi 25 anni’. Ci sono stati anche “gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi scrive su Twitter “Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”.