Coronavirus, si torna ad uscire col modello Corea. Ma addio privacy. E’ il prezzo che si dovrebbe pagare se si adottasse anche in Italia il metodo adottato in Corea del Sud. Attaccata alla Cina è stato uno dei primi paesi ad essere colpito dal coronavirus. Ha avuto poco meno di 9000 contagiati e solamente 84 morti. Come funziona il modello Corea e può essere applicato da noi?
Coronavirus, si torna ad uscire col modello Corea. Ma addio privacy
E’ considerata un modello per come ha combattuto la pandemia del coronavirus, anche se l’Italia ha preferito seguire il modello cinese. Adesso a distanza di un mese, anche nel nostro Paese si sta facendo avanti l’idea di testare il modello Corea. Anche perché fino adesso l’isolamento non sembra avere dato i risultati sperati. E non si può tenere, è anche il pensiero espresso del Premier Conte in una intervista, un paese chiuso per troppa tempo. Altrimenti, e questo lo pensiamo noi, si rischia una catastrofe economica di proporzioni inimmaginabili.
Ma come la Corea del Sud ha combattuto la pandemia?
Come la Corea ha sconfitto il coronavirus
Coronavirus, si torna ad uscire col modello Corea, che si basa su due pilastri: tamponi per circoscrivere i contagiati e big data per monitorare i loro spostamenti. Quando il coronavirus è arrivato in Corea è scattato il piano di contrasto collaudato sulla esperienza di precedenti epidemie vissute in passato dal Paese asiatico. Controlli nelle case, e in strada, agli automobilisti e a passanti grazie a centinaia di stazioni mobili per il test. In un mese e mezzo sono stati fatti 240 mila tamponi. Per ogni tampone il tempo impiegato è di soli dieci minuti.
Una app per tracciare i movimenti
Ma la vera vittoria la Corea l’ha avuta nell’isolament0 dei positivi al tampone e al monitoraggio dei loro movimenti. In particolare un app è stata scaricata da milioni di utenti, Corona 100m. Grazie alla tecnologia Gps, di default in ogni smartphone, questa app, come molte altre, consente di rendere pubblici i movimenti dei cittadini colpiti da coronavirus. Le telecamere di sorveglianza, diffuse in tutto il Paese, hanno fatto il resto. Grazie alla app in tempo reale si poteva sapere se nell’arco di 100 metri c’era una persona contagiata. Potendo, così, evitare di entrare in contatto con chi ha contratto al malattia
Modello Corea in Italia possibile?
Sarebbe applicabile il modello Corea all’Italia. Teoricamente le applicazioni ci sarebbero, purtroppo siamo deficitari sulla parte sanitaria. Perché la app abbia un senso occorrerebbe fare centinaia di migliaia di tamponi e soprattutto sapere a chi sono stati fatti. Non è solo un problema di privacy, ma di aggiornamento dati. Qualcosa di simile lo ha messo a punto la Sardegna con un sistema capace di individuare la posizione degli utenti ogni 60 secondi, di pochi metri. L’applicazione si chiama Covid 19 Regione Sardegna