È uscito di recente il report del Fondo Monetario Internazionale sul Pil mondiale targato 2020. E non ne sono usciti bei numeri, come del resto (largamente) ci si attendeva. Anzi, causa coronavirus, economia italiana tra le più colpite al mondo secondo il FMI, e non c’è da stare allegri. A una lettura superficiale si potrebbe imputare al lockdown la “colpa” della contrazione del Pil, ma non è così. La “quarantena generalizzata” è una conseguenza, un male minore e necessario, non una “colpa”. La crisi è di matrice esogena, cioè esterna al sistema economico, e solo un vaccino, un farmaco, una cura ci potrebbe (si spera) proteggerci dal “nemico”.
I numeri
Il Fondo ha stimato in un 3% il crollo medio della produzione nel mondo per l’anno in corso. In pratica una caduta della ricchezza prodotta che – afferma l’Istituto di Washington – non si vedeva dai tempi della Grande depressione del 1929/30. Ovvero dalla bellezza di novant’anni. Con l’unica differenza rispetto a quella che l’attuale è davvero una crisi sistemica, mondiale. Nessuno può dirsi immune o esente dal problema, che anzi attanaglia i popoli da Nord e da Sud, da Est come da Ovest.
I crolli dei Paesi “messi peggio”
Come sempre poi vi è chi fa meglio e chi fa peggio anche nei crolli. Frutto di tante variabili, come ad esempio la struttura sociale-economica del Paese, il grado della pandemia, le risorse messe in campo per risollevarsi. Il report FMI pone al primo posto la Libia con un crollo (solo crollo?) del Pil pari a -59%. Un -15% lo incassa il Venezuela, da anni disastrato e con un’inflazione unica nel mondo. Purtroppo da anni è sotto la dittatura e il Paese non vede luce in fondo al tunnel. A salire troviamo poi Stati quali San Marino, Libano, le Seychelles, Antigua e Barbuda.
Gli Stati europei
Le recenti stime FMI sui cali del Pil mondiali sono a dir poco severi. In questo solco di dati, causa coronavirus economia italiana tra le più colpite al mondo secondo il FMI. Prima di noi si colloca la Grecia. Quanto agli altri Stati europei, si segnala il 22° posto del Portogallo e il 24° della Spagna. In pratica – continua il FMI – in Europa saranno le nazioni più dipendenti del turismo a patire di più la crisi. Andando avanti nella classifica, troviamo poi i Paesi Bassi al 28° e al 31° la Francia, mentre i vicini tedeschi sono al 36°. Il fuoriuscito Regno Unito al 42°, mentre Stati quali Israele, Norvegia e Canada saranno quelli che soffriranno meno.