Da quando si è reso disponibile il riscatto della laurea per il pensionamento, molti contribuenti hanno colto l’occasione per congedarsi in anticipo dal lavoro. La più parte però si domanda: conviene riscattare la laurea per andare in pensione? La risposta non può essere univoca e dipende dai casi. Cerchiamo allora di capire in quali occasioni risulti conveniente e in quali meno.
Molti italiani vivono con grande attesa l’arrivo della pensione durante gli ultimi anni di servizio lavorativo. Ecco perché alcuni tra questi si avvalgono dei vari strumenti disponibili per accorciare il periodo lavorativo e godersi subito la pensione. Riscattare la laurea potrebbe essere uno di quegli strumenti utili ad accelerare i tempi per il raggiungimento dell’agognato traguardo pensionistico in taluni casi.
Come funziona il riscatto della laurea
Secondo quanto riportato sul portale Inps, il riscatto di laurea permette di valorizzare il periodo del proprio corso di studi ai fini pensionistici. Tale riscatto è valido soltanto nella misura in cui l’interessato abbia conseguito il titolo e non per chi abbia interrotto il percorso di studi in itinere. Secondo i dati, si possono riscattare i diplomi di laurea e i diplomi rilasciati dagli istituti di alta formazione artistica e musicale. L’elenco dettagliato è presente sul portale Inps. Chiunque voglia inoltrare la richiesta può compilare la domanda sul portale Inps ed effettuare il pagamento dell’onere richiesto. Molti interessati si sono chiesti se valga effettivamente la pena richiedere il riscatto della laurea considerando che comporta dei costi. Dipende dai casi come possiamo vedere di seguito.
A chi conviene riscattare la laurea per andare in pensione?
Per valutare efficacemente se convenga riscattare la laurea, bisogna partire dai costi che la richiesta comporta. Secondo le nuove disposizioni, il costo del riscatto ha un valore forfettario di 5.260 euro per ciascun anno da riscattare per un massimo di cinque anni. è possibile pagare l’importo in unica soluzione oppure in 120 rate mensili. Dallo scorso anno la platea di coloro che possono beneficiare del riscatto si è allargata.
Difatti, anche chi ha frequentato un corso di studi precedente al 1° gennaio 1996 ed ha superato i 45 anni di età può richiedere il riscatto. La condizione vincolante prevede però che si scelga il sistema contributivo per la liquidazione dell’assegno pensionistico. Il riscatto agevolato risulta conveniente a coloro che percepiscono un reddito superiore ai 75 mila euro in quanto potrebbe essere deducibile del 47%. Al contrario, per i redditi più bassi, l’onere sarebbe gravoso.
Per ogni anno il contribuente dovrebbe affrontare un esborso del 33% di contributi calcolati in base al suo stipendio attuale. Questo significa che il contribuente si ritroverebbe a pagare somme molto elevate per anni in cui, di fatto, non ha percepito uno stipendio. Prima di riscattare la laurea o meno, sarà bene prendere una decisione a conti fatti.
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