Conviene ancora investire in BTP?

Btp

Dopo la lunga corsa che ha portato il BTP futures, a lungo bloccato sotto la soglia di quota 130, fino all’attuale livello di 144,89 la legittima domanda è: conviene ancora investire in BTP?

Quanto rendono i BTP?

E poi, per chi ha seguito le nostre indicazioni è il caso di mantenere i BTP ovvero è opportuno qualche realizzo?

Partiamo dal presupposto che sono le esigenze individuali a fare profondamente la differenza.

In generale l’appetibilità dei BTP è fortemente diminuita.

Se pensiamo che ilBTP a scadenza 2067 rende, al netto, l’ 185% circa, che è meno di ciò che rendeva un BTP a 5 anni solo qualche mese, fa è evidente che l’attrattiva dei nostri titoli di stato a tasso fisso è precipitata.

Mancano le alternative

Uno dei punti di forza dei nostri titoli per capire se conviene nella propria pianificazione finanziaria investire ancora in BTP è endogeno.

Ovvero la mancanza di alternative credibili di investimento nel comparto dei bond governativi.

Specie per chi vuole stare fuori da rischi di cambio.

Per chi invece accetta il rischio cambio abbiamo proposto, in percentuale personalizzata da stabilire, lo switch verso i BTP in dollari.
Magari proprio realizzando parte delle plusvalenze realizzabili sui BTP in euro acquistati in precedenza.

Per chi invece ha scelto il nostro portafoglio in base ad esigenze di reddito periodico rimaste immutate e non vuole correre rischi valutari nel portafoglio conviene restare assolutamente fermi.

Nuova liquidità disponibile:conviene ancora investire in BTP?

Rimane da analizzare il caso di chi ha nuova liquidità da investire, vuoi per scadenze, vuoi per smobilizzi di altri investimenti.

In questo caso la questione si complica parecchio.

Quanto rendono i BTP? Poco, troppo poco!

Bloccarsi su rendimenti inferiori al 2% e dunque anche sotto all’inflazione per 10/15/20 e anche più anni pare mossa abbastanza azzardata anche per chi ha esigenze di reddito e basta.

E’ pure vero che mancano le alternative e che mantenendo la liquidità si finisce per andare in negativo anche per i soli costi dei depositi.
Ma è anche vero che in 10/15/20 anni possono cambiare molte cose e bloccarsi su tassi che non coprono  nemmeno la perdita del potere d’acquisto non è particolarmente saggio.

Insomma per chi non crede nell’ equity ovvero lo teme (anche solo uno spizzico…) l’unica alternativa al conto corrente potrebbero essere un paio di fondi monetari di qualità.

Fondi da utilizzare come parcheggio in attesa di qualche buona opportunità che sbocci sul fronte dell’acquisto diretto.

Un paio di nomi che hanno fatto bene nell’ultima fase sono:

BG Selection Sicav – Short Term Debt Fund-CX

Pharus SICAV – Liquidity Class Q EUR Acc

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