La paura dell’inflazione sta spingendo moltissimi risparmiatori ad adottare delle soluzioni per proteggere i propri risparmi. L’investimento in un Buono del Tesoro poliennale che ha una cedola annua del 6,5% potrebbe essere una buona idea. Tuttavia la cedola alta può ingannare e il rendimento dell’obbligazione a scadenza è ben diverso, scopriamo perché.
Quanto l’inflazione attuale può fare perdere a chi tiene i soldi sul conto corrente
L’esplosione dell’inflazione in Italia e in Europa mette a dura prova non solo gli stipendi degli italiani ma anche i loro risparmi. Infatti l’aumento del costo della vita è una manna per chi ha debiti ma è una maledizione per chi ha dei risparmi. L’inflazione infligge le perdite maggiori ai soldi giacenti infruttuosi sui conti correnti bancari. Per evitare queste perdite occorre tenere sul conto corrente il minimo indispensabile per le spese e investire il resto in titoli che difendono dall’inflazione.
In Italia a marzo l’inflazione ha superato il 6%. Significa che un paniere di beni del valore di 1.000 euro, alla fine dell’anno costerà mediamente 1.060 euro. A causa di questi rincari i soldi lasciati giacenti sul conto corrente perderanno di potere d’acquisto. Con questa inflazione la perdita di potere di acquisto potrebbe raggiungere e superare i 6.000 euro ogni 100.000 euro lasciati sul conto corrente.
Contro l’inflazione ecco un titolo di Stato sicuro e garantito con una cedola del 6,5% ma attenzione al vero rendimento
Per difendersi da questo rischio gli investitori possono puntare su strumenti di investimento che coprano in parte il rincaro dell’inflazione. Il Buono del Tesoro poliennale con scadenza a novembre del 2027 (Isin: IT0001174611) potrebbe essere un buon investimento. Infatti l’obbligazione statale ha una cedola annua del 6,5% che in teoria potrebbe coprire totalmente l’inflazione. In realtà non è così e il rendimento annuale di questo titolo è molto inferiore. Scopriamo il motivo.
Chi acquista il BTP con scadenza 1° novembre 2027 lo pagherà attorno a 124,8 centesimi, prezzo al momento dell’analisi. Significa che per acquistare 100.000 euro nominali di questa obbligazione occorrono circa 125.000 euro. Ipotizzando che il risparmiatore lo detenga in portafoglio per tutta la vita residua, al momento del rimborso incasserà 100.000 euro. Infatti a scadenza il Ministero del Tesoro rimborserà ai possessori il valore nominale ovvero 100 centesimi.
Quindi il risparmiatore perderà in conto capitale in questi cinque anni circa 25.000 euro. Tuttavia questa perdita sarà compensata dal flusso cedolare pari a 6.500 euro annuali al lordo delle tasse. La differenza tra perdita in conto capitale e incasso delle cedole porterà ad un rendimento dell’investimento del 7,7% totale, ovvero all’1,4% annuo netto.
L’alternativa di un bond con rendimento annuo al 5%
Questo significa che chi investirà in questo titolo e lo terrà fino alla scadenza coprirà in parte l’inflazione ma non completamente. Tuttavia c’è anche da dire che probabilmente questi picchi di inflazione nei prossimi mesi sono destinati a ridursi. Chi puntasse ad un investimento in obbligazioni con un rendimento maggiore, potrebbe comprare il titolo emesso da Telecom finance. Contro l’inflazione ecco un titolo emesso dalla società italiana di telecomunicazioni che al valore attuale ha un rendimento superiore al 5% annuo. Tuttavia il grado di rischio è maggiore rispetto al Buono del Tesoro poliennale.
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