Qualcuno ha mai sentito parlare di Misery Index italiano? Un termine inglese che non fa parte del nostro lessico ma ha una importanza nel nostro tessuto socio-economico. Confcommercio ha calcolato l’indice di miseria dell’Italia. Prima di capire la portata è giusto focalizzare l’attenzione sul significato.
Cosa significa misery index
Arthur Okun inventò questo indice economico, basato sulla somma del tasso d’inflazione e del tasso di disoccupazione. Va fatta una precisazione, Robert Barro non è l’ideatore del misery index anche se molti pensano che sia vero. Robert Barro ha inventato un proprio indice simile ma con l’aggiunta di due ulteriori dati: il PIL ed il tasso ufficiale di sconto.
L’Italia piegata alla miseria
A maggio Confcommercio ha stimato l’indice della miseria a 39,8. Ci troviamo in una pessima condizione: l’indice è ai massimi da quando è stato introdotto. La miseria si sta mangiando il tessuto socio-economico nella fascia di coloro che hanno un lavoro ma stanno vivendo condizioni di grande difficoltà.
Cosa è successo a maggio
Il tasso di disoccupazione ha toccato 7,8, in aumento rispetto ad aprile 1,2 punti. La situazione si presenta meno favorevole perché ci sono 300mila unità in cerca di occupazione. La riduzione dell’orario di lavoro ha un risvolto negativo: in questo modo il tasso di disoccupazione aumenta del 10,7 rispetto ad aprile. I lavoratori hanno uno scoramento che fa paura. Le ore autorizzate di Cig nel mese di maggio sono 473 milioni di ore. Inoltre si associano 398 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Di queste 871 milioni di ore oltre 849 avevano causale Covid-19, dato sostanzialmente in linea con quanto rilevato ad aprile.
La riapertura a singhiozzo
Le aziende hanno riaperto ma la forza lavoro non è impiegata a pieno regime. I lavoratori sono coinvolti nei processi ai minimi di ore lavorate. I lavoratori hanno nella cassa integrazione e i fondi di solidarietà gli unici introiti per mantenersi in vita. C’è chi sta peggio, parliamo dei lavoratori di piccole aziende esclusi dagli ammortizzatori sociali. Sul versante dell’occupazione non ce la passiamo per nulla bene: ad ottobre può scoppiare una vera bomba sociale. Confcommercio ha calcolato l’indice di miseria dell’Italia a maggio, meglio non pensarci a quale potrebbe essere in futuro.