La riduzione dei tassi di interesse ha, recentemente, aumentato la propensione dei consumatori a richiedere prestiti e mutui. Non tutti hanno le caratteristiche per richiederlo. Una situazione lavorativa ritenuta rischiosa, troppe rate da pagare oppure segnalazioni in banca dati possono essere motivi di rifiuto.
Mentre sulla situazione lavorativa o le troppe rate c’è poco da indagare, per le segnalazioni è opportuno verificare la situazione. La banca dati principale dove vengono segnalati i ritardi è la CRIF (Centrale Rischi Finanziari). Se al consumatore non risultano i ritardi evidenziati è possibile scoprire chi ha effettuato tale segnalazione negativa permettendo una eventuale contestazione.
Con questo strumento gratuito potremo capire perché ci rifiutano i prestiti.
Come presentare la richiesta
Per conoscere i propri dati o per formulare una richiesta di correzione si può inviare il modulo online direttamente sul sito CRIF. La banca dati risponderà entro 30 giorni dall’invio della documentazione completa. Sul report che si riceverà verranno evidenziati i finanziamenti in corso o estinti da meno di 5 anni con lo stato dei pagamenti. Con questo strumento gratuito potremo capire perché ci rifiutano i prestiti.
Quando si verificano i ritardi la segnalazione del primo ritardo viene effettuata solo in caso di mancato pagamento per 2 mesi consecutivi. La segnalazione di ulteriori ritardi successivi al primo viene effettuata mensilmente.
Quanto tempo i dati restano in CRIF
Le informazioni sono conservate in CRIF in base a tempi variabili per tipologia di dato. Le richieste di finanziamento rinunciate o rifiutate restano in CRIF per 90 giorni. I finanziamenti con 1 o 2 rate pagate in ritardo restano in banca dati per 12 mesi. Quelli con 3 o più rate permangono per 24 mesi. I finanziamenti non rimborsati sussistono in banca dati per 36 mesi dalla scadenza contrattuale. Per finanziamenti non rimborsati si intendono quelli con eventi negativi non sanati.