Con il sistema della Teoria Monetaria Moderna (MMT), cosa cambierebbe per i Paesi dell’area euro?
In diversi Paesi occidentali si sta rafforzando il gruppo di economisti in favore della Teoria Monetaria Moderna (MMT). Questo viene anche confermato dal fatto che uno dei principali studiosi di questa teoria, Stephanie Kelton, sia stata nominata economista capo presso la Commissione Bilancio del Senato USA. La Professoressa Kelton ha una forte influenza in campo politico economico in quanto ha contribuito nella stesura del programma economico dell’attuale Presidente degli USA Joe Biden.
Nel suo libro più conosciuto, tradotto in italiano con il titolo “Il mito del deficit”, la Kelton sostiene che in uno Stato con sovranità monetaria, l’eccessiva attenzione al pareggio di bilancio o per il disavanzo pubblico, sarebbe un problema secondario rispetto a quello principale della piena occupazione.
Secondo la MMT, in uno Stato con sovranità monetaria lo Stato non può mai rimanere senza denaro, in quanto ha l’autorità per stamparlo e metterlo in circolazione. La spesa pubblica sarebbe quindi finanziata con il denaro creato dallo Stato. Anzi, la stessa immissione del nuovo denaro nel sistema economico avviene proprio tramite la spesa pubblica.
L’imposizione fiscale non avrebbe più quindi il compito di finanziare la spesa pubblica, bensì quello di controllare l’inflazione, drenando liquidità dal sistema e riducendone la velocità di circolazione quando l’economia si surriscalda. Viceversa, in caso di economia stagnante, una riduzione delle tasse ed una maggiore immissione di moneta tramite spesa pubblica, servirebbero per stimolare la creazione di nuova ricchezza.
Il riequilibrio tra fasce sociali verrebbe posto in essere non tassando i ricchi, bensì aumentando la spesa pubblica a favore dei più poveri.
Con il sistema della Teoria Monetaria Moderna (MMT), cosa cambierebbe per i Paesi dell’area euro?
Chiaramente ci sono anche diversi economisti che hanno sollevato critiche a questa teoria. INfatti, è in corso un dibattito a livello accademico, scientifico e politico, nelle varie sedi. La stessa Kelton, nella prefazione del suo libro solleva alcuni dubbi sull’applicazione di questa teoria in Paesi che hanno ceduto la propria sovranità monetaria, come per esempio l’Italia e tutti i Paesi del sistema Euro.
Semplicemente osservando la storia economica, si nota che il sistema monetario ha subito diversi cambiamenti. Quindi è plausibile che nei prossimi anni potrebbe essere modificato anche l’attuale sistema monetario. Per esempio, poco più di cento anni fa, non esisteva un sistema Banche centrali indipendenti dai governi. Fino a 50 anni fa, tutto il denaro emesso, era convertibile in oro a prezzo fisso. La tendenza è quella di svincolare sempre di più la moneta in circolazione da altri beni. In modo da renderne l’utilizzo a livello macroeconomico sempre più flessibile.
Per l’area euro al momento non ci sono studi certi a favore di alcuna direzione, pertanto ci limitiamo qui a proporre alcune ipotesi.
Una ipotesi potrebbe essere quella che ogni Stato membro torni alla sua vecchia sovranità monetaria.
Ma questa ipotesi sembra alquanto teorica ed in contrasto con le parole dell’ex Governatore delle BCE Prof. Mario Draghi secondo cui “l’euro è irreversibile”.
Un’altra ipotesi, forse più plausibile, sarebbe quella di consolidare la fiscalità dei paesi dell’area euro. In questo caso l’area euro agirebbe ai fini della MMT come uno Stato sovrano, emettendo moneta, effettuando spesa pubblica e riscuotendo le imposte. I singoli Stati membri cederebbero quindi un’altra fetta di sovranità, quella fiscale. Chiaramente questo processo andrebbe a scontrarsi con molte resistenze nell’ambito dei vari Stati membri. Questo, a causa della perdita di sovranità e a causa dell’allontanamento sempre maggiore del potere politico dai cittadini.
Un segnale in questa direzione è stato già posto in essere durante la crisi Covid. Da un giorno all’altro, con la motivazione pandemica, gli spread tra i titoli sovrani dei vari Stati membri si sono appiattiti drasticamente. Il debito pubblico dell’Italia non interessa più a nessuno (speculatori ed hedge fund inclusi), i famigerati vincoli di bilancio sono stati rimossi fino a data da definire e dall’Unione Europa, arrivano fiumi di miliardi da poter impiegare con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Forse in Europa non ce ne eravamo accorti ma la MMT potrebbe essere più vicina di quanto credevamo.