Come viene tassata la mia pensione rispetto ad un fondo pensione e cosa mi conviene fare?

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Come viene tassata la mia pensione rispetto ad un fondo pensione  e cosa mi conviene fare? Scommettiamo che è una domanda che non vi siete mai posti? Ed avete fatto male, perché la pensione, come qualunque altra forma di reddito, viene tassata. Ma come, e quanto? Ed i fondi pensione, indispensabili per la pensione integrativa? Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Continuate a leggere per scoprire come vi viene tassata la pensione rispetto ad un fondo pensione, e cosa vi convenga fare.

La pensione, così come i redditi da lavoro, è soggetta ad un prelievo fiscale. L’Inps applica l’imposizione sostituendosi al Fisco. Effettua sulla pensione una trattenuta mensile a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche (cioè l’Irpef). Questa tassazione viene calcolata sulla base di aliquote proporzionali, divise per fasce di reddito (detti scaglioni). Più alto è il reddito, maggiore è l’aliquota applicata. Gli scaglioni sono attualmente 5. Il prelievo fiscale è del 23% fino a 15.000 €. Del 27% fino a 28.000, del 38% fino a 55.000, del 41% fino a 75.000. Oltre questa cifra il prelievo diventa del 43%.

Va ricordato come a questa trattenuta fiscale si aggiungano delle addizionali, regionali e comunali, sulla base delle aliquote stabilite da ciascuna regione e da ciascun comune. Le tassazioni sulla pensione sono quindi corpose. Fortunatamente pensioni sociali, assegni sociali e prestazioni ad individui sordi, ciechi e sordomuti sono esenti da qualunque prelievo, anche in uno Stato vessatorio come l‘Italia.

Come viene tassata la mia pensione rispetto ad un fondo pensione e cosa mi conviene fare?

Se si partecipa da almeno 5 anni a forme di previdenza integrativa, si può chiedere il pagamento della medesima o, nei limiti previsti, del capitale versato. Al momento di richiedere la pensione integrativa, il lavoratore ha maturato un certo capitale che viene convertito in rendita. Ma ha anche un’altra possibilità. Quella di scegliere che una parte del capitale maturato (al massimo il 50%) gli venga versata direttamente senza convertirla in rendita. Una parte dell’importo pagato come rendita o capitale è esente da imposte, fortunatamente. E’ quella parte che deriva dai rendimenti maturati dalla gestione o dai contributi non dedotti.

Sulla parte restante, costituita dai contributi dedotti e dall’eventuale TFR versato, viene applicata un’imposta sostitutiva del 15%. Due cose vanno, infine, tenute presenti. La prima è che è una imposta sostitutiva. Quindi la rendita, o il capitale, non fanno cumulo con i redditi personali, e non sono soggetti ad altre imposte. La seconda è che questa aliquota del 15% si riduce dello 0,3% per ogni anno di partecipazione a forme pensionistiche successivo al 15°, con uno sconto massimo del 6%. Quindi, per esempio, chi partecipa a una forma pensionistica per 35 anni paga un’imposta del 9% invece che del 15%.

Cosa fare, quindi?

Tutto quanto detto rende evidente che la pensione integrativa è indispensabile per due motivi. In prima istanza, serve a colmare il gap del 30% circa che ogni pensione ha rispetto all’ultimo stipendio percepito. In secondo luogo, è fiscalmente vantaggiosa, soprattutto se si inizia a farla presto, quando si inizi ad entrare in età lavorativa.