Il dentista, come qualsiasi altro medico, può provocarci danni se commette un errore o non esegue bene un intervento. Quindi, quando si ci mette sotto i ferri, non si sa mai cosa può capitare. Occorre, pertanto, scegliere il professionista con la dovuta attenzione, per ridurre al minimo eventuali rischi derivanti da siffatti tipi di trattamenti.
Le ipotesi in cui potremmo voler denunciare il dentista sono le più disparate. Si pensi all’ipotesi di: infezioni, ascessi, lesione di un nervo, la rottura e caduta dell’impianto dentale, l’omissione o la ritardata diagnosi, problemi con l’anestesia.
Quindi, si ci chiede: “come tutelarsi quando il dentista sbaglia un intervento e provoca danni fisici?”. Certamente, nel caso in cui lo stesso non osservi le dovute norme di igiene, provocando una brutta infezione, non c’è alcun dubbio sulla sussistenza del diritto al risarcimento dei danni. Pensiamo al caso di intervento con strumenti non sterilizzati o mancato uso dei guanti ecc.
Quando il dentista è responsabile
In base a quanto stabilito dall’art. 2236 del Codice Civile, il dentista risponde civilmente dei danni procurati solo: 1) nel caso in cui sia stato riscontrato dolo o colpa grave; 2) quando la prestazione è stata effettuata per far fronte a problemi di elevata difficoltà; 3) in casi eccezionali e straordinari. Segnatamente, si parla di colpa del professionista se l’evento dannoso è causato da negligenza, imperizia, imprudenza o inosservanze di regolamenti.
Ricorre, invece, il dolo se il danno è intenzionale e quindi l’azione lesiva è stata voluta. La responsabilità invocabile, ai fini del risarcimento, è quella civile, in casi normali (salvo che si verifichi la morte o lesioni gravi). Inoltre, quando il dentista ha effettuato la prestazione presso il suo studio, in regime di intramoenia o di convenzionamento con il SSN, si configura responsabilità contrattuale. In questo caso, il termine di prescrizione per fare richiesta di risarcimento è di 10 anni.
Se, invece, il contratto è stato stipulato con la struttura in cui il medico ha effettuato la sua prestazione, si avrà responsabilità extra-contrattuale. In questo caso, spetterà al paziente l’onere di provare la colpa del dentista e si ha prescrizione in 5 anni. Tuttavia, la recente giurisprudenza ha superato questo orientamento, a mezzo della teoria della responsabilità contrattuale da contatto sociale. Conseguentemente, detta discriminazione nel trattamento dei pazienti, è per lo più superata.
Quindi, al quesito: “come tutelarsi quando il dentista sbaglia un intervento e provoca danni fisici?”, si risponde, come segue. Occorre, cioè, intentare azione risarcitoria, facendo valere la responsabilità contrattuale nei confronti del professionista.
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