Come si calcolano le detrazioni spese universitarie negli atenei statali, privati, esteri e telematici?

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Come si calcolano le detrazioni spese universitarie negli atenei statali, privati, esteri e telematici?

Continuiamo la nostra trattazione in merito alle detrazioni delle spese universitarie, dopo gli articoli dei giorni precedenti. In questo, per esempio, avevamo esposto il tema delle esenzioni, agevolazioni e riduzioni, per quel che riguardava le tasse dell’anno accademico 2020/21.

Ora invece passeremo a vedere come si calcolano le detrazioni spese universitarie negli atenei statali, privati, esteri e telematici. Bisogna infatti considerare due elementi. Il primo, che le detrazioni sono consentite a tutti, a prescindere dalla natura degli atenei frequentati. Il secondo riguarda invece eventuali massimali di detrazione che debbono rispettare precise disposizioni di leggi. Bene, entriamo nel vivo della materia per fare piena luce sui punti essenziali da tenere a mente.

Le detrazioni per le università statali

Per gli studenti delle università pubbliche, la norma di riferimento è l’articolo 15 del DPR 917/86. 

Le due regole principali da ricordare sono:

a) la detrazione spetta per le spese sostenute nel 2019, cioè nell’anno precedente la dichiarazione dei redditi, anche se riferite a più anni;

b) la percentuale di detraibilità dall’Irpef è fissata nella misura del 19%. Ed attiene alle spese per l’iscrizione e per la frequenza correlate al conseguimento del titolo presso le università statali. Queste sono interamente detraibili. 

Le spese detraibili per la frequenza di università private

In questo caso la nuova disciplina di riferimento è stata introdotta dalla L. 208/2015.

Ora, mentre per chi frequenta le università statali non esiste un limite di detraibilità delle spese, non altrettanto può dirsi per chi frequenta quelle private. Per i frequentanti di atenei privati, infatti, l’importo massimo della spesa detraibile è stabilito annualmente dal Miur. Ad esempio, per la compilazione della dichiarazione dei redditi 2020, si fa riferimento al periodo di imposta 2019 e al Decreto ministeriale firmato il 19 dicembre 2019. Il quale è stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n.34) l’11 febbraio 2020.

Ora, le quote detraibili individuate dal ministero sono suddivise per:

a)  area disciplinare;

b) per posizione geografica dell’istituto; 

c) per tipologie di spesa (tasse, rette e contributi). 

La stessa ripartizione va seguita anche per i titoli post-lauream. Infine ricordiamo che il limite di spesa include anche la spesa sostenuta per il test di ammissione.

Spese detraibili per frequenza atenei telematici

Qui il riferimento è alle università che erogano corsi in modalità online, e che come presupposto devono essere state riconosciute con Decreto dal Miur. Questi istituti sono infatti abilitati a rilasciare i titoli con modalità a distanza. 

Anche in questo caso è possibile usufruire della detrazione Irpef al 19%, per le spese di  iscrizione e frequenza dei corsi. Tali spese, infine,si detraggono facendo riferimento ai medesimi meccanismi, con la indicazione dei massimali, seguiti per le università non statali.

Spese per atenei esteri: limite di detrazione

Infine, nel caso dei corsi di istruzione universitaria all’estero, l’importo massimo detraibile segue regole simili. La soglia massima avrà come riferimento la medesima area disciplinare. Il riferimento alla zona geografica sarà quella in cui ricade il domicilio fiscale del contribuente.

Come si calcolano le detrazioni spese universitarie negli atenei statali, privati, esteri e telematici

Dal gennaio 2020 e non per la dichiarazione di quest’anno, ma per i pagamenti che si effettuano quest’anno, con dichiarazione in 2021,  c’è l’obbligo di tracciabilità. Quindi tutte le spese universitarie detraibili devono avvenire tramite bancomat, carte prepagate, bonifici e carte di credito. Ne deriva in automatico che dovrete conservare relative ricevute e quietanze di pagamento.