Su come scrivere un tesi di laurea ci si gioca il primo pezzo di reputazione e credibilità di (validi) studenti. La tesi di laurea è infatti l’”appuntamento al varco” per migliaia di studenti. Un crinale che segnerà per sempre la propria vita tra un prima e un dopo. Impossibile quindi giungere all’appuntamento sciatti e impreparati. Sarebbe come un presentarsi all’incontro col partner con una mise …da rimpianto. Sì, ma da rimpianto per l’aver fissato quell’appuntamento! Come “farsi belli” allora? Fissiamo qualche caposaldo.
Concepirla come una sorta di “fiera campionaria”
Quindi, come scrivere un tesi di laurea? Anzitutto prospettandolo come un prodotto nuovo, fresco, unico nel suo genere. Come un trattato che possibilmente nessuno prima di noi ha mai fatto. Ossia, può anche trattarsi di un tema “classico” di suo, ma la bravura deve stare nel riproporlo sotto una luce completamente nuova. Spieghiamolo con una metafora. Abbiamo presente una fiera campionaria, tipo quelle su giochi e playstation, delle auto, dell’arredamento, etc? Quelle importanti che si tengono a cadenza annuale e che portano le eccellenze, le primizie, le novità e il futuro dello specifico settore messo in mostra? Ecco, una tesi dovrebbe svolgere lo stesso ruolo. Ossia prospettare alla comunità (accademica, degli amici, delle aziende a cui a breve manderemo i cv) “il meglio dell’esistente in materia”. Del resto, tutto quello che già c’era prima di noi è bene o male conosciuto, quindi quanto interesse potremmo mai suscitare riproponendolo tale e quale?
Focalizzarsi sulle proposte, sulle soluzioni
Ogni tesi ha – a grandi linee – una panoramica introduttiva, un corpo centrale e la parte “scientifica”. Ossia delle proposte, delle soluzioni, delle conclusioni . Bene, le prime due parti dovrebbero essere curate al parossismo, ovvero complete, dettagliate, ricche di dati scientifici, e così via. Ma grosso modo concentrate. L’asso nella manica deve risiedere nel lavoro empirico che è scattato in noi al momento della scelta dell’argomento. Infatti alla platea dei lettori del nostro lavoro interessano fondamentalmente le soluzioni, o comunque le conclusioni. Tradotto: va cercando di apprendere qualcosa di nuovo che non c’era prima. Dalla qualità e bontà di quest’ultima parte dipenderà molto del nostro “successo”.
La qualità delle fonti
Per fare una torta coi fiocchi ci vogliono ingredienti freschi, occorrono primizie. Com’è pensabile fare un ottimo lavoro “coinvolgendo” fonti datate decenni orsono? Il rischio di proporre un lavoro dalla “puzza di stantio” è a dir poco sicuro. Come scrivere un tesi di laurea? Ingegnandosi a cercare le fonti più impensabili, accademiche e non. E dall’indubbia qualità. Anche in lingua straniera. Perché non può esistere che ci si definisca cittadini (e futuri professionisti) del mondo e poi non si abbia la curiosità di vedere cosa succede fuori dal giardino di casa. Si sarebbe incoerenti assai.
Essere se stessi a tutti i costi
L’ultimo consiglio per come scrivere un tesi di laurea passa per l’invito a non copiare. Sarebbe la sconfitta per eccellenza. Equivarrebbe a un’arresa, a un’ammissione di “non essere all’altezza”. Una tesi va fatta senza il copia e incolla, non esiste. Oltretutto i professori sono più anziani di noi, quindi hanno decenni di esperienza e se ne accorgerebbero subito se dietro c’è o meno l’opera del candidato. In definitiva, è molto importante metterci il proprio imprinting, il proprio marchio di fabbrica. Del resto è l’unico, insostituibile modo per dire …«Ergo sum».