In un’epoca in cui si fa un gran parlare di didattica a distanza , vediamo quali scenari potrebbero profilarsi all’orizzonte quando la didattica tornerà ad essere di vicinanza. In attesa di vedere cosa accadrà a settembre in Italia notoriamente “terra di santi, poeti e navigatori”, gettiamo uno sguardo su ciò che sta accadendo in giro per il mondo nelle scuole dei vari ordini e gradi. Il nostro focus è infatti quello di svelare come riparte la didattica di vicinanza in Italia e nel mondo.
Il progetto pilota made in Italy
Sugli organi di stampa on-line del mondo scuola, si fa menzione di un progetto pilota partito in alcune scuole piemontesi. Il servizio offerto è di semplice assistenza ai minori. In aula infatti non ci saranno lezioni e ovviamente nemmeno insegnanti, ma educatori dell’infanzia. Cioè quelle persone che prima del lockdown erano dedite ai servizi del doposcuola. Ora quelle stesse persone vestiranno i panni di facilitatori dei più piccoli alle prese anche con mascherine, distanziamenti e lavaggio delle mani. Vita dunque più semplice per alcuni bimbi piemontesi alle prese con lo svolgimento di lezioni e compiti on-line.
I casi di Norvegia e Danimarca
Lo story-telling norvegese, riportato dal Guardian, “narra” di piccole “riserve di bambini” suddivisi in micro-squadre di tre o sei, a seconda dell’età di appartenenza. I gruppetti vantano altresì una sorta di esclusiva: non sono consentiti cioè passaggi da una squadra all’altra. Le aree gioco al chiuso sono per lo più separate, anche se il mantra più diffuso invita a trascorrere la maggior parte del tempo all’aperto. Assolutamente vietato portarsi i giochi da casa e quelli in circolazione nella scuola dovranno essere lavabili.
Tra le new entry destinate a far parlare di sé: l’angolo della tosse. Sembra infatti che sia stato prevista una sorta di zona off-limits, debitamente segnalata sul pavimento, dove i bambini saranno liberi di tossire a volontà. Insomma, una scuola ridisegnata a misura di bambino per trasmettere, tramite forme giocose, il messaggio di non contagiare nessuno.
Come riparte la didattica di vicinanza in Italia e nel mondo. L’idea made in China
Un’altra trovata, questa volta “made in China”, è quella dei “cappelli da un metro”, sfoggiati in una scuola primaria di un capoluogo di provincia cinese. Le foto, ormai diventate virali sul web, mostrano infatti bambini seduti ai loro posti con indosso un copricapo multicolor e diverso l’uno dall’altro.
La trovata sta nell’aver inserito al suo interno, un metro. Così, volenti o nolenti, sarà impedito ai piccoli dagli occhi a mandorla di oltrepassare le distanze di sicurezza. Sembra inoltre che questo abbia scatenato la fervente fantasia degli scolaretti. Una bambina infatti ha pure pensato bene di creare il suo cappello servendosi di palloncini gonfiabili.
Che altro dire? Dopo il muro del pianto, ora la storia potrà annoverare anche l’angolo della tosse.