Grazie alla consulenza degli Esperti di Redazione capiremo come richiedere all’INPS la pensione di invalidità per chi soffre di pressione alta. Non ci riferiamo certo ad alcuni episodi di ipertensione che un po’ tutti potremmo sperimentare nel corso della vita. Prenderemo in esame i casi in cui la malattia cronica determina una riduzione importante delle proprie abilità e della propria autonomia. Come ad esempio nell’articolo “I 2 disturbi alla tiroide che danno subito diritto alla pensione di invalidità INPS” in cui si discute di ciò. L’Ente previdenziale difatti concede sussidi economici e misure assistenziali ai contribuenti che non sono pienamente autosufficienti. Ciò perché alcune malattie croniche di fatto provocano patologie invalidanti che compromettono la capacità lavorativa del soggetto.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le patologie croniche provocano problemi permanenti di salute e richiedono continui trattamenti. In base al livello di invalidità e alla gravità clinica della patologia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’esenzione dal pagamento del ticket. Stando a quanto stabilisce il Decreto legislativo 124/98 al paziente bisognoso di cure non paga terapie farmacologiche e prestazioni ambulatoriali per il trattamento della patologia. Insieme agli Esperti di Redazione analizzeremo i casi in cui l’ipertensione dà diritto ad altri benefici e, nello specifico, al trattamento previdenziale. Vediamo dunque come richiedere all’INPS la pensione di invalidità per chi soffre di pressione alta e con quali requisiti si ottiene l’assegno pensionistico.
Come richiedere all’INPS la pensione di invalidità per chi soffre di pressione alta
Oltre al diritto ad assentarsi dal lavoro, l’ipertensione può conferire diritto alla pensione di invalidità. E ciò in particolare se i disturbi relativi alla pressione sanguigna alta provocano altre patologie invalidanti. Il riconoscimento del trattamento previdenziale scatta infatti in presenza di malattie croniche che riducono notevolmente l’abilità lavorativa del paziente. Ne consegue che se i problemi di pressione arteriosa determinano complicanza gravi e disturbi cardiaci si può richiedere una visita di accertamento alla Commissione sanitaria dell’INPS. Può accadere difatti che la pressione alta sia solo il primo sintomo di una patologia che nel tempo determina ad esempio cardiopatie ipertensive.
La percentuale di invalidità che i medici legali dell’INPS riconoscono alla cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco di grado severo oscilla tra 71% e 80%. Al paziente che invece presenta una cardiopatia ipertensiva scompensata invece ha diritto alla pensione perché la percentuale di inabilità è pari al 100%. Pertanto risulta evidente che la pressione alta di per sé non dà accesso al trattamento pensionistico. Occorre difatti che all’ipertensione si associno altri disturbi gravi e del tutto invalidanti che riducono drasticamente il grado di autonomia del paziente.