Siamo quello che mangiamo? Ludwig Feuerbach è considerato il precursore della filosofia marxista. Per esprimere il suo scetticismo sull’esistenza dell’anima, asserì provocatoriamente che “l’uomo è ciò che mangia”. Lo stesso pensiero, sebbene sorretto da ideologie ben diverse, lo ritroviamo in Filippo Tommaso Marinetti. Sua, infatti, è la frase: “si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia”.
Non tutti sanno che il padre del Futurismo si dedicò alla gastronomia con grande dedizione. Il suo intento era di riformare l’arte culinaria, con trovate bizzarre e alquanto audaci (come l’abolizione della pasta e delle posate).
Mangiare come i futuristi
Nel 1931, Marinetti pubblica, insieme al poeta e pittore Luigi Colombo (in arte Fillìa), il “Manifesto della Cucina Futurista”. L’opera è un ricettario, in cui i precetti futuristi vengono applicati alla cucina.
Tuttavia, le ricette non riscossero un gran favore di pubblico. Marinetti aprì anche un locale a Parigi, insieme allo chef Jules Maincave, che ebbe però vita breve. Questo perché il menù futurista richiede un notevole sforzo di fantasia, sia a chi lo prepara che a chi lo assaggia.
Ad ogni modo, per gli appassionati di cucina (e di arte), è doveroso fare un tentativo.
Come preparare un pranzo futurista per gli appassionati di arte e cucina
Di seguito vedremo come preparare un pranzo futurista, rispettando le ricette originali.
Antipasto: Svegliastomaco. Consiste in una fetta di ananas condita con sardine e tonno. Il tutto guarnito da una noce.
Primo: Risotto all’Alchechingio. Si tratta di in un classico risotto, il cui ingrediente principale è l’alkekengi (pianta che produce bacche gialle).
Secondo: Boccone Squadrista. È una cotoletta di pesce servita in una mela renetta imbevuta nel rhum.
Dolce: Uomodonnamezzanotte. Un bizzarro zabaglione, dalle qualità afrodisiache, preparato con cipolla, castagne e un gambo di angelica.
Drink: Giostra d’Alcool. È una polibibita (così i futuristi chiamavano i drink) a base di Barbera, cedrata e bitter.
In più, per essere ortodossi fino in fondo, le portate andrebbero servite al contrario.
Ecco spiegato, dunque, come preparare un pranzo futurista per gli appassionati di arte e cucina.
È chiaro che non si tratta semplicemente di cucinare dei piatti, ma di vivere un’esperienza. Più che un pasto, il pranzo futurista è una performance artistica (e forse è bene rimanga tale).