Per i contributi INPS come posso coprire i buchi lavorativi con i versamenti volontari? La risposta è affermativa ma con riserva. Perché per la contribuzione volontaria, al fine di arrivare comunque alla pensione, ci sono delle condizioni ben precise da rispettare.
Come posso coprire i buchi lavorativi con i versamenti volontari INPS per la pensione? Per esempio, in caso di lavoro con contratto part-time. E lo stesso dicasi per i periodi in corrispondenza dei quali il lavoratore è in aspettativa non retribuita.
Come posso coprire i buchi lavorativi con i versamenti volontari se sono disoccupato?
Il ritorno legato al versamento dei contributi volontari è però massimo quando si è disoccupati. Che si tratti di un lavoratore dipendente. Oppure di un lavoratore autonomo. I contributi INPS volontari si possono infatti versare. Andando così a coprire i periodi di inattività. E questo pure quando al momento il lavoratore si trova a spasso. Perché si è interrotta oppure è cessata un’attività di lavoro parasubordinata.
Perché versare i contributi INPS volontari è molto importante ai fini previdenziali
Versare i contributi INPS volontari, quando è possibile, è importante non solo per arrivare alla pensione prima. O per evitare addirittura di non arrivarci. Ma pure per alzare l’importo dell’assegno pensionistico quando ci sarà il definitivo ritiro dal lavoro. E questo perché con il calcolo retributivo della pensione purtroppo tutto fa media. Inclusi i periodi di inattività che non possono che essere a contribuzione pari a zero.
Per il lavoratore in una delle condizioni sopra indicate la domanda di contribuzione volontaria viene accettata. Ma a patto di avere uno storico di almeno 5 anni di contributi versati. Ovverosia 60 contributi mensili che corrispondono a 260 settimane di contributi versati e pagati. Oppure avere 3 anni di contributi versati nei cinque anni precedenti alla data di presentazione della richiesta di contribuzione volontaria.