Preliminarmente occorre chiarire cosa sia l’elenco dei cattivi pagatori. Esso, non è altro, che una banca dati nella quale vengono riportati i nominativi di coloro che hanno contratto dei debiti bancari o finanziari e che non li hanno rispettati. Trattasi di una sorta di fedina creditoria (o debitoria) di tutti coloro che, in passato, hanno avuto a che fare con mutui e prestiti. Quanto risulta più inquietante è che le regole che reggono le liste dei cattivi pagatori non sono stabilite dalla legge, ma dalle banche stesse. Con questo enorme database, accessibile soltanto a determinati soggetti del settore, le banche esercitano un potere incontrollato. Infatti, esse decidono, in maniera indiscussa, se e quando cancellare dalla lista il nome del debitore, impedendogli, fino a quel momento, di accedere al credito. A questo punto, si ci chiede: come ottenere la cancellazione dall’elenco dei cattivi pagatori? Come anticipato, la questione non è soggetta ad una procedura legale ma decidono tutto le banche, sulla scorta di un codice deontologico. E’ quest’ultimo a reggere l’enorme banca dati prodotta dalle banche.
Cos’è la lista cattivi pagatori
La lista dei cattivi pagatori serve agli istituti di credito e a quelli finanziari per verificare l’affidabilità di chi chiede mutui, prestiti o altri finanziamenti. Dunque, attraverso l’accesso al database, si riesce a valutare la situazione attuale e storica del richiedente. Il tutto, in riferimento sia alla puntualità nei pagamenti che al rischio d’insolvenza. Sulla base di questi elementi, le banche effettuano una valutazione preliminare circa la fattibilità di un finanziamento. Ora vediamo quando si diventa “cattivi pagatori”. Secondo il codice deontologico che regola i sistemi di informazioni creditizie, ciò accade con un semplice ritardo nel pagamento di due rate del mutuo. Oppure, anche in caso di medesimo ritardo nel pagamento di un del finanziamento o di qualsiasi altro prestito. A fronte del ritardo, l’istituto di credito o finanziario invia una comunicazione, nella quale intima la regolarizzazione della posizione entro quindici giorni. In difetto, avvisa che si verrà iscritti nella lista dei cattivi pagatori.
Cancellazione dall’elenco dei cattivi pagatori
Chiariti, dunque, gli aspetti preliminari relativi all’iscrizione nell’elenco in discorso, passiamo a parlare di come ottenere la cancellazione dall’elenco dei cattivi pagatori. A decidere, come detto, sono le banche. Per la precisione, il codice deontologico stabilisce che la cancellazione possa avvenire soltanto con il decorso di un determinato lasso di tempo. Le informazioni negative, ossia quelle riguardanti gli inadempimenti, restano iscritte per i seguenti termini:
– 1 mese per la richiesta di finanziamento rifiutata dall’istituto o abbandonata dal cliente;
– fino a 6 mesi per la richiesta di finanziamento in attesa di esito istruttoria;
– 12 mesi per le morosità poi sanate di due rate o due mesi, dalla data di regolarizzazione;
– 24 mesi per le morosità maggiori poi sanate, sempre dalla data di regolarizzazione;
– 36 mesi per le morosità o altri gravi inadempimenti non sanati;
– 36 mesi per i rapporti creditizi regolari, se nello storico del soggetto figurano altri rapporti con eventi negativi non regolarizzati.
Una volta scaduti i termini massimi di conservazione delle informazioni, i sistemi di informazione creditizia sono obbligati alla cancellazione automatica dei dati.