Come l’UE incentiva gli investitori privati alle ricapitalizzazioni nel post Covid-19

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Un focus per capire come l’UE incentiva gli investitori privati a partecipare alle ricapitalizzazioni post Covid-19

“Continuiamo a collaborare strettamente con gli Stati membri per aiutare le imprese europee a superare la crisi e a ripartire con rinnovata energia”. Questo un piccolo stralcio delle dichiarazioni di Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza nell’UE. Il suo discorso completo è leggibile a questo link, ed è stato reso in apertura del comunicato del 29 giugno della Commissione Europea. L’intento che si prefigge la Commissione, con gli ultimi interventi messi in atto, è quello di garantire al contempo parità di condizioni, a vantaggio di tutte le imprese e dei consumatori europei. Vediamo ora in particolare come l’UE incentiva gli investitori privati alle ricapitalizzazioni nel post Covid-19.

Gli incentivi per gli investitori privati

“Abbiamo introdotto condizioni che incentivano gli investitori privati a partecipare alle ricapitalizzazioni insieme allo Stato” sono sempre le parole di Vestager. Questo negli intenti dichiarati servirebbe a ridurre la necessità di aiuti di Stato, nonchè i rischi di distorsioni della concorrenza. In particolare, è sempre il comunicato a specificare quali sono le prospettive, nel caso in cui lo Stato conceda aiuti alla ricapitalizzazione, in sinergia con la contribuzione privata.

Vale a dire se gli investitori privati dovessero contribuire all’aumento di capitale in modo significativo, conferendo almeno il 30 % del nuovo capitale, alle stesse condizioni dello Stato, queste sarebbero le conseguenze. Ovvero: il divieto di procedere ad acquisizioni e il massimale relativo alla remunerazione della dirigenza troverebbero applicazione per un periodo massimo di tre anni.

Per di più, il divieto di distribuzione dei dividendi sarebbe abolito per i detentori, tanto delle nuove azioni, quanto delle azioni esistenti, a una condizione espressamente dichiarata nel comunicato. Cioè che la partecipazione complessiva dei detentori di tali azioni esistenti sia diluita fino a rappresentare meno del 10 % del capitale dell’impresa.

Gli intenti che si prefigge la Commissione

Tali modifiche, quantomeno in linea di principio, dovrebbero servire ad incentivare le imprese a cercare i contributi finanziari sul mercato. Oltre che presso le amministrazioni pubbliche. Contributi tali da soddisfare il personale fabbisogno di capitale, mantenendo al contempo le garanzie di una concorrenza effettiva nel mercato unico.

Inoltre, il comunicato fa espresso riferimento anche al “principio di neutralità” rispetto alla natura pubblica o privata della proprietà, previsto dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Con le modifiche anzidette, l’Unione Europea consentirà anche alle imprese con una partecipazione statale di ottenere capitale dai propri azionisti, analogamente alle imprese private.