Come investire e guadagnare nelle infrastrutture del Recovery Fund

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Le infrastrutture e la trasformazione digitale sono considerate essenziali dall’Europa. Ancor di più riguardo a come saranno impiegati i fondi del Recovery Fund. Proprio l’Europa è stata piuttosto categorica in materia con il nostro governo. Niente soldi a pioggia in inutili assistenzialismi, come è stato finora. Progetti seri, ben definiti. E descritti in dettaglio, con ricadute occupazionali e di creazione di ricchezza nel lungo termine. Quindi, come investire e guadagnare nelle infrastrutture del Recovery Fund?

Partiamo dai numeri. La spesa in infrastrutture in Italia, negli ultimi anni, è stata sotto la media europea. Come quasi tutto, d’altronde. 2% contro 2,9%. La tredicesima edizione dell’EY Capri Digital Summit, organizzato da Ernst & Young, ne dà anche un altro. Ogni euro investito in opere strategiche ne genera 2,5 di PIL. Il Next Generation EU, vero nome del Recovery Fund, potrebbe valere persino più del Piano Marshall post guerra. Questo ovviamente rapportato ai differenti momenti storici ed economici. E’ un’opportunità che non possiamo sprecare, in ogni caso.

C’è bisogno di fiducia e coraggio, quindi di scelte inusuali e ardite. Fiducia da restituire a consumatori e imprese, ed indurli a spendere e investire. Coraggio per scelte coraggiose, dotandoci di una leadership autorevole, ben diversa dall’attuale. Che abbia una visione strategica di lungo medio-lungo periodo. E che sia quanto più lontana possibile dall’attuale indecisione assoluta.

Come investire e guadagnare nelle infrastrutture del Recovery Fund

Il gap infrastrutturale in Italia è notevole e palese. Soprattutto in certe regioni, le solite, a sud di Roma. L’incidenza delle infrastrutture sul PIL italiano è dell’1,5% inferiore a Germania e Spagna, e del 4% inferiore alla Francia. Investire in grandi opere strategiche servirebbe da vero volano alla ripresa. Proprio per i numeri riferiti prima in merito a quanto renderebbe ogni euro investito in grandi opere. Le risorse del Next Generation EU possono  consentire un incremento di circa il 25% della spesa pubblica. Almeno nei prossimi 5 anni.

E non bisogna dimenticarsi che lo Stato avrebbe anche l’obbligo di incentivare l’intervento dei privati. Che certamente, attraverso il project financing, potrebbero grandemente aiutare lo Stato.

Tre sono le principali direttive da seguire. Completamento delle infrastrutture strategiche per il trasporto di beni e persone. Un grande piano di manutenzione e ammodernamento delle opere già esistenti. Un intervento organico, coraggioso e strategico per rivedere e ripensare le aree metropolitane. Tutto questo richiede una nuova politica industriale. Anche perché è davvero dai tempi del Piano Marshall che l’Italia non può contare su fondi così ingenti per qualcosa.

Gli strumenti per investire e guadagnare

Come investire e guadagnare nelle infrastrutture del Recovery Fund? Con titoli azionari delle singole imprese che saranno impegnate nella realizzazione delle infrastrutture. Debito di elevata qualità emesso dalle medesime. Infine, ETF sul settore. In particolar modo due di questi ultimi strumenti appaiono particolarmente adatti. Il BNP Paribas Easy NMX 30 Infrastructure Global UCITS ETF replica le 30 più grandi società del settore delle infrastrutture di tutto il mondo. Alcune di queste sono europee. E saranno chiaramente impegnate nell’utilizzo dei fondi per la ripresa. L’iShares Digitalisation UCITS ETF replica le società di tutto il mondo che offrono servizi digitali dei mercati sviluppati ed emergenti.

Giova ricordare, infatti, che non solo l’Europa sviluppata fa parte dell’EU. Molti stati sono ancora nazioni emergenti (tutto l’ex blocco sovietico). Ed anche loro avranno fondi come mai prima a disposizione.