Per dimostrare il saldo di una fattura, di una multa o di un debito, è necessario avere degli strumenti che provino l’effettivo pagamento. La domanda che spesso i contribuenti si pongono è la seguente: come faccio a dimostrare un pagamento in contanti nei riguardi del creditore?
Chi potrebbe contestare l’avvenuto pagamento?
Proviamo ad immaginare il caso dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico oppure l’anticipo per il canone di locazione. Poniamo il caso che vi siate recati dal venditore o dal locatore per lasciare una somma in contanti a titolo di anticipo e che, non vi sia stata rilasciata alcuna ricevuta.
Il giorno seguente, ritornate dal vostro rivenditore e, al momento del saldo, quest’ultimo nega di aver ricevuto la somma versata come anticipo e pretende l’intero pagamento. In questi casi vien da chiedersi: come faccio a dimostrare un pagamento in contanti?
Perché è importante farsi rilasciare una quietanza
In prima analisi, va ricordato che è sempre bene, quando si verificano situazioni simili, farsi rilasciare una quietanza, o ricevuta di pagamento. Non è mai troppa l’attenzione volta a mettere le cose in chiaro. In tale documento, che va redatto con cura e sottoscritto dalle parti, va indicato l’importo che il creditore riceve, la data di rilascio della quota e la causale. Se possibile, sarebbe bene anche far apporre il timbro del rivenditore sulle copie della quietanza a titolo di ulteriore garanzia.
Nella misura in cui si corrisponde una determinata cifra, il pagatore ha sempre il diritto di richiedere la quietanza da chi riceve il denaro. Questo è quanto rimarca l’art. 1199 del codice civile secondo il quale: “il creditore deve, a richiesta e a spese del debitore, rilasciare quietanza e farne annotazione su titolo, se questo non è restituito al debitore”.
In alcuni casi è possibile ricorrere ad un testimone
Nel caso in cui la quietanza non sia stata rilasciata, come dimostrare l’avvenuto pagamento? A questo punto, ci si può avvalere di un testimone presente al momento del pagamento. L’uso del testimone è però legato all’eventuale ammissione del giudice che la valuta in base la caso.
Le possibili alternative al testimone
Ad oggi, gli strumenti tecnologici offrono una nuova alternativa a chi intende dimostrare l’avvenuto pagamento. In alcuni casi, è possibile che lo scambio di messaggi o immagini su smartphone diventi prova ammessa dal giudice per dimostrare il pagamento in contanti.
Ricordiamo che per il pagamento in contanti, va rispettato il limite posto dall’art. 18 del decreto fiscale n. 124 del 26 ottobre 2019.