Il pellet è usato per far funzionale caldaie e stufe e si tratta di scarti di legno di 6-8 mm circa. Tra tutti i combustibili fossili presenti sul mercato è il più sostenibile. Questo perché, a tutti gli effetti, è un materiale naturale recuperato da lavorazioni di legname che altrimenti sarebbe andato perso definitivamente.
Tutto questo è tuttavia vero sempre che alla base ci sia un processo di produzione incentrato su certi principi e, non ultime, su determinate certificazioni.
Fatte queste premesse, vediamo allora come evitare fregature nell’acquisto del pellet per caldaie e stufe.
La materia prima alla base del pellet
La materia prima può essere di faggio o abete, è quasi indifferente. Quel che conta è che invece lo scarto sia di legno e niente più.
Ancora, che sia proveniente da altre lavorazioni quale scarto e/o sottoprodotto delle stesse. È importante, ad ogni modo, che non derivi da una materia prima trattata con vernici, colle e preservanti vari.
Anche le fasi successive di essiccamento, di pulitura e compressione devono essere solo meccaniche. Queste non dovrebbero essere mai realizzate con l’ausilio di sostanze estranee, men che meno chimiche.
L’imballaggio e le certificazioni del pellet
Per smascherare eventuali truffe o raggiri, ecco come evitare fregature nell’acquisto del pellet per caldaie e stufe. Andare alla ricerca della certificazione sull’imballaggio, considerato il fatto che il pellet non può essere venduto sfuso.
Una certificazione importante è quella ENPlus (A1, A2, EN-B). Al riguardo, bisogna cercare, oltre al marchio, il codice identificativo del produttore o dell’importatore.
Nel primo caso, se il produttore risiede in Italia il codice sarà “IT” e a seguire tre cifre, cha vanno da 0 fino al massimo di 299.
Per gli importatori e/o distributori, troveremo le lettere “IT” e tre cifre, da 330 a 899.
Queste indicazioni sono sull’imballaggio e vanno controllate per valutare la corrispondenza sul sito di ENPlus. La certificazione segue tutta la filiera: dalla provenienza, allo stoccaggio, al trasporto fino alla distribuzione.
Dopo il marchio e il codice identificativo dell’azienda certificata, avremo l’indicazione della classe di qualità: A1, A2, etc. Infine avremo l’indicazione della norma ISO 17225-2.
L’indicazione dell’uso del pellet
Sul sacchetto o confezione, andiamo alla ricerca del peso e anche dell’indicazione di uso di quel pellet, per stufa, per caldaia o per termocamino.
In ultimo, è importante conoscere il contenuto in ceneri che non dovrebbe mai superare l’1% del peso su sostanza secca.
Altre certificazioni importanti da considerare sono le seguenti: la tedesca DIN Plus, riconosciuta a livello internazionale. Altrettanto valida è la certificazione ÖNORM, di origine austriaca, da normativa ÖNORM M7135.
Infine, in quest’articolo dimostriamo vantaggi e svantaggi di un altro tipo di riscaldamento: quello a pavimento.