Come evitare di essere vittima del doxing e tutelare la propria privacy

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Da molti anni siamo abituati a sentir parlare di hackeraggio e, in alcuni casi, si è stati vittima della compromissione di propri dispositivi digitali come, ad esempio, computer, smartphone, iPhone e tablet.
L’hacking non si muove sempre con intenti criminali, ma l’accezione che si dà a tale termine richiama attività e soggetti che operano al fine di ottenere un guadagno attraverso l’uso di abili competenze informatiche.

Da poco tempo però esiste un’altra attività connessa all’hackeraggio che può destare non pochi problemi: il doxing.

Vediamo come evitare di essere vittima del doxing e tutelare la propria privacy.

Uno sguardo d’insieme

La parola doxing richiama la parola “docs” che, in lingua inglese, significa “documenti”.

Negli anni 90’ il termine designava una pratica dolosa volta a rivelare l’identità di un rivale hacker che cercava di mantenere l’anonimato a causa di alcune azioni informatiche illegali che aveva commesso.

Oggi, invece, si utilizza per indicare l’attività di ricerca, rivelazione e diffusione di informazioni personali, come foto e video, di una persona per umiliarla, minacciarla o compiere un’estorsione.

Chi può subire doxing? Nessuna persona è esclusa.

È necessario valutare attentamente quante e quali informazioni si sceglie di condividere oggi con il mondo del web  e comprendere con attenzione come evitare di essere vittima del doxing e tutelare la propria privacy.

Reperire informazioni

Nella maggior parte dei casi i dati diffusi contro la volontà del soggetto interessato sono stati trovati facilmente su internet. Questo avviene attraverso un motore di ricerca o attraverso i propri profili social.

Spesso infatti, non disdegniamo l’idea di inserire dettagli personali, come nome e cognome e numero di telefono. Addirittura si arriva all’indicazione del proprio domicilio con numero civico e CAP.

Questo perché si tende a credere che più un profilo è dettagliato, maggiore sarà il senso di sicurezza che produrrà nella mente dei visitatori, ottenendo follower e potenziali clienti nell’ambito del lavoro.

È importante invece stare attenti alle informazioni, alle foto e a tutti i contenuti che scegliamo di condividere online. Non bisogna tralasciare i dettagli relativi alla privacy policy, le impostazioni relative alla visibilità e alla selezione dei contatti che possono visualizzare il proprio profilo (sia esso Facebook, Instagram etc.).

Scopo

Il doxing non ha come fine il ricatto per estorcere denaro; nella maggior parte dei casi ciò che spinge l’aggressore a commettere questa attività è l’odio e il desiderio di infliggere un danno alla propria vittima.

Difatti, attraverso la raccolta del materiale informativo e della successiva pubblicazione, si esercita una vera e propria pressione sul soggetto prescelto.

Tutto ciò provoca gravi conseguenze sul benessere emotivo della vittima che ha visto violata la propria privacy. Spesso le persone coinvolte sono quelle che si pongono in primo piano, esplicitando il proprio punto di vista su questioni politiche e di interesse nazionale.

Al fine di evitare spiacevoli effetti è opportuno analizzare bene qualsiasi piattaforma web che richieda dettagli personali. Meglio valutare attentamente se l’inserimento di questi sia determinante al fine della propria attività.