Un focus per comprendere come e perché l’Unione Europea si schiera a difesa della libertà di stampa.
L’Unione Europea condanna la sentenza di colpevolezza emessa da un tribunale russo nei confronti della giornalista Svetlana Prokopyeva. La giornalista ritenuta colpevole di “giustificare il terrorismo” è una firma di punta di Radio Free Europe e di Echo Moskvy/Echo of Moscow. Un’interpretazione dei fatti con la quale sono in tanti a non essere concordi.
Il fatto reale risale al 2018 quando la sede del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha subìto un attentato. E la giornalista nel commentare il fatto, stabiliva una correlazione tra l’attacco e la “situazione sociale e politica della Russia”. Una posizione che, a detta di “molte autorevoli voci”, rientrebbe a pieno titolo proprio nell’attività giornalistica, come si vedrà qui di seguito. Ora però cerchiamo di capire come e perché l’Unione Europea si schiera a difesa della libertà di stampa.
La discesa in campo del portavoce UE
L’accusa mossa alla Prokopyeva e confermata nelle aule di giustizia russe è “la testimonianza dello spazio sempre più ristretto per il giornalismo indipendente e la società civile nella Federazione Russa negli ultimi anni”. Queste le parole di Peter Stano, portavoce agli affari esteri e alla politica di sicurezza del Servizio esterno UE.
Un incipit a cui fa seguito pure un tweet di Peter Stano con cui “rincara la dose”. E’ infatti sempre Stano a scrivere che le libertà fondamentali di espressione e dei media nel Paese siano sempre più represse e gravemente ridotte. Questo anche attraverso arresti motivati politicamente e procedimenti giudiziari, come quello contro la giornalista russa.
La linea dell’Unione Europea
La dichiarazione del portavoce, che si può leggere in versione integrale a questo link, termina poi con affermazioni più generali e a più amplio spettro. Vale a dire che l’Unione Europea ribadisce la sua determinazione a difendere la libertà di stampa e dei media in genere. Una libertà che, in senso più amplio, significa anche tutela di tutti i diritti umani, all’interno dei confini UE e in tutto il mondo.
Una situazione, questa, che ha fatto scendere in campo anche il presidente della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), Mogens Blicher Bjerregard. “Il governo russo, come qualsiasi altro governo, dovrebbe non solo riconoscere, ma anche rispettare il ruolo dei media e del giornalismo” dichiara il presidente dell’EFJ. “Perchè i giornalisti sono chiamati a commentare gli eventi, come ha fatto Svetlana Prokopyeva. Questo è il suo lavoro, il suo dovere e la sua professione”.