Il coronavirus continua, come previsto, la sua avanzata e rende pressante la necessità di disdire una prenotazione effettuata in tempi non sospetti. Seppur a malincuore, occorre rinunciare a quella serie di appuntamenti che punteggiano il nostro calendario da settimane e a cui non potremo partecipare. Le attuali misure di distanziamento sociale relegano in casa milioni di italiani e la situazione è destinata a protrarsi nelle prossime settimane.
Cosa è successo?
Nei mesi precedenti al diffondersi dell’epidemia, moltissimi consumatori hanno programmato spostamenti e attività che richiedevano la prenotazione con un certo anticipo temporale. Effettuare una prenotazione risulta spesso assai conveniente perché assicura un margine di sconto o la garanzia di partecipare all’evento. Spesso la prenotazione è vincolata al pagamento di una parte o della totalità dell’importo dovuto per poter godere dei vantaggi suddetti. Ne consegue che la mancata fruizione di quanto già pagato, foss’anche in misura ridotta, dovrebbe conferire al consumatore il diritto di rimborso.
Il calendario di eventi e spostamenti in programma ha subito un repentino slittamento a data da destinarsi. Voli, soggiorni, spettacoli teatrali e musicali, eventi sportivi, partecipazioni a convegni e quant’altro sono andati in frantumi sotto il peso di circostanze avverse. Non resta che abbandonare ogni velleità legata ad una rapida ripresa, correre ai ripari e capire come disdire una prenotazione a causa del coronavirus. Partiamo dal presupposto che strutture ricettive, compagnie di trasporto e organizzatori di eventi avranno ricevuto una valanga di disdette. Tentare in questi giorni la via del contatto telefonico si conferma impresa vana.
Come disdire una prenotazione a causa del coronavirus
Accantonata la possibilità di stabilire una comunicazione telefonica, conviene inviare una Pec all’azienda a cui si intende chiedere il rimborso. Ciò perché la Posta Elettronica Certificata conferisce alla e-mail la medesima validità legale di una raccomandata a/r. La Pec ratifica così la certezza dell’invio e dell’avvenuta ricezione della richiesta da parte del destinatario. Con il decreto 9/2020 il governo ha statuito disposizioni relative all’opportunità di richiedere il rimborso dei biglietti non più fruibili a causa dell’epidemia. Il consumatore potrà disdire una prenotazione e chiedere il rimborso entro 30 giorni dalla cancellazione dalla posticipazione dell’evento. In alternativa, i 30 giorni di tempo utile partono dal 3 aprile, attuale termine del divieto imposto agli spostamenti dal decreto “Io resto a casa”.