Il positivo e continuo avanzamento della tecnologia porta con sé anche aspetti negativi da non sottovalutare e farci molta attenzione. Attacchi virus, violazione della privacy, truffe, furti di identità e bullismo virtuale sono fra i più pericolosi e in espansione.
Mentre per i primi si può correre ai ripari, con apposite competenze informatiche ormai acquisite da quasi tutti, per il cyberbullismo la cosa si complica. Ciò che differenzia il bullismo virtuale da quello di presenza è il fatto che i bulli si fortificano dietro un’identità anonima. L’idea di non essere riconosciuti li fa sentire invincibili e con la convinzione di poter fare ciò che vogliono a chi vogliono.
Come difendere i nostri figli da questo pericoloso fenomeno sempre più in crescita non è semplice, ma alcuni consigli potrebbero tornare utili.
Mio figlio è in pericolo?
I giovani di oggi sono sempre più chiusi in sé stessi affidando gran parte della propria giornata a smartphone e/o computer. Lo scarso colloquio genitori/figli porta questi ultimi sempre più a crearsi un loro mondo fatto di fantasia. Non condividendo emozioni e problematiche con i propri cari diventa difficile capire se nostro figlio sta subendo delle violenze psicologiche.
La bravura del genitore sta nel notare comportamenti del figlio preoccupanti (nervosismo, ansia) e dei malesseri fisici (emicrania, dolori addominali). Un altro campanello di allarme è se notiamo che nostro figlio è restio nell’andare a scuola e presenti un calo drastico nel rendimento. È utile coinvolgere gli insegnanti per capire il comportamento del ragazzo all’interno della scuola e quello dei compagni nei suoi confronti (isolamento, beffe ecc.).
Come difendere i nostri figli da questo pericoloso fenomeno sempre più in crescita
Tutto dovrebbe partire dalla giovane età dei propri figli. Dai primi anni di scuola elementare dove cominciano le prime scaramucce tra bambini. Educare al rispetto delle differenze fisiche, caratteriali e culturali e rafforzare la propria autostima dovrebbe stare alla base di un buon insegnamento genitore/figlio.
Altro aspetto fondamentale è il controllo e finché i ragazzi sono piccoli è facile attuarlo. La cosa si complica con il passare degli anni dove chat e Internet occupano la maggior parte del tempo libero degli adolescenti. Controllo parentale remoto con applicazioni segrete, facilmente reperibili in Internet, può aiutare ad ovviare il problema. Attenzione però a non abusarne. Ci sono dei limiti invalicabili come, ad esempio, la privacy dei propri figli. Questo tipo di controllo deve essere focalizzato alla sola difesa di situazioni pericolose.
Per ultimo, ma il più importante, il colloquio tra genitori e figli deve essere sempre presente. Questo instaurerà una fiducia reciproca che porterà i figli a confidarsi e confrontarsi con i genitori anche per tutte quelle problematiche che potrebbero presentarsi.
Cosa dovrebbero fare i ragazzi se si trovano di fronte ad episodi di bullismo in rete?
Come già detto, il primo consiglio è quello di parlare, parlare e parlare! Se il rapporto con i genitori non è dei migliori, esistono dei servizi gratuiti e anonimi per denunciare violenze.
Altra cosa da fare è quella di non rispondere alle minacce e alle provocazioni ricevute via chat, come post su un social network ecc. La replica potrebbe scatenare un susseguirsi di “botta/risposta” che rafforzerebbe sempre di più l’intento del bullo.
Per ultimo, la conservazione delle minacce più violente può essere utilizzata, nei casi estremi, come materiale utile per una denuncia alla Polizia Postale.