Come comportarsi se dall’estratto conto INPS non risultino versati i contributi?

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Come comportarsi se dall’estratto conto INPS non risultino versati i contributi? Le prestazioni previdenziali ed assistenziali sono legate ai diritti per prestazioni sia durante la vita lavorativa, che al termine di questa. Nel primo caso, avremo diritto ad una serie di prestazioni legate agli infortuni e alla malattia. Nel secondo caso, invece, acquisiremo il diritto a percepire una pensione. Tali diritti si maturano grazie ai contributi erogati. Essi provengono dalla retribuzione dei lavoratori dipendenti e dal reddito dei lavoratori autonomi.

La crisi economica ha spinto, purtroppo, molti datori di lavoro ad evitare il versamento di questi contributi. Si tratta di un fenomeno che, per quanto perseguito dalla legge, è pur sempre in costante crescita. Ciò accade perché il costo del lavoro nel nostro paese è piuttosto rilevante. Si consideri, ad esempio, che, per una busta paga con stipendio lordo di 2.000 euro, quasi 800 finiscono in contributi.

Ecco perché risulta essenziale conoscere qual è la propria situazione contributiva. E sapere, già a priori, come comportarsi se dall’estratto conto INPS non risultino versati i contributi.

Come verificare i contributi dall’estratto conto INPS

La verifica è possibile in modo immediato, semplice e veloce. Si accede attraverso il codice PIN, (dal primo ottobre con lo SPID) dal sito dell’INPS, o tramite App, nell’estratto conto contributivo della propria area personale.

Se l’eventuale mancata contribuzione è nell’ordine dei 5 anni, allora, per prima cosa, bisogna avvisare l’INPS. Tale Ente, insieme all’Agenzia delle Entrate, effettuerà tutte le verifiche del caso sulla posizione contributiva. In caso di anomalie, attiverà un’eventuale azione di recupero dell’INPS nei confronti del datore di lavoro.

Il problema serio nasce, invece, se è maturata la prescrizione, se cioè i contributi non versati risalgono a più di 5 anni. L’INPS, in tale eventualità, non può intraprendere alcuna azione nei confronti del datore di lavoro. Costui, pur volendo, non sarebbe più in tempo a sanare la questione. In altre parole, sarebbe come annullare gli effetti benefici di quegli anni di lavoro, per i quali non sono stati versati i contributi.

Nel caso di prescrizione maturata

Nel caso di prescrizione maturata, la questione diventa ancora più complicata. Ecco, allora, come comportarsi se dall’estratto conto INPS non risultino versati i contributi e recuperare, quindi, il torto subito.

Si potrebbe procedere con l’azione di riscatto da parte del lavoratore, per aver diritto all’erogazione da parte dell’INPS di una quota riconducibile a parte di pensione. Quest’azione comporta per il lavoratore un costo non indifferente. Di fatto, cioè, quest’ultimo dovrebbe praticamente rifinanziare la propria pensione. È vero, però, che per esercitare il riscatto qualsiasi momento potrebbe essere quello giusto per agire.

Altra possibilità prevista è la rendita vitalizia. Di quest’argomento discuteremo in un nostro prossimo articolo, considerata la particolare procedura connessa.

Un’ultima soluzione

Infine, un’altra soluzione è offerta dalla possibile azione giudiziaria. Con tale azione, in particolare, si cita in giudizio il datore di lavoro che è venuto meno ai propri obblighi. La finalità di tale azione giudiziaria è il riconoscimento dei danni subiti dal lavoratore, per omesso versamento dei contributi. Secondo gli attuali orientamenti, il danno in oggetto  andrebbe valutato al momento in cui si manifesta, non prima. Quindi solo al termine della vita lavorativa, cioè al momento del pensionamento. Dunque, occorre considerare non solo il ritardato inizio dell’azione, ma anche i tempi non proprio brevi del suo accertamento mediante sentenza.

Se infine volete scoprire quali sono le deducibilità e le agevolazioni fiscali collegate a un fondo pensione, vi rimandiamo al seguente articolo.