Le piattaforme di streaming come Netflix arricchiscono quotidianamente il loro catalogo con nuove uscite. Non si tratta solamente di film o serie televisive, anche se è indubbio che rappresentino la fetta più grande della programmazione. Tra le proposte, infatti, troviamo anche dei documentari che potrebbero rivelarsi interessanti come spunto di riflessione. Ad esempio, tra questi segnaliamo il documentario sulla vita di Andy Warhol ma anche film di animazione. Tra i documentari di nuova uscita merita di essere citato “White Hot: l’ascesa e la caduta di Abercrombie & Fitch”. Si racconta in circa un’ora e mezza l’ascesa, ma anche la caduta, di uno dei marchi simbolo dello scorso decennio. Uscito il 19 aprile su Netflix, cercherà di fare luce sulle motivazioni che hanno portato questo famosissimo brand quasi al fallimento.
Ci colpirà nel profondo la storia raccontata in questo interessante documentario appena uscito su Netflix da vedere assolutamente nel weekend
In molti ricorderanno quando, nel lontano 2009, aprì a Milano il primo negozio in Italia di Abercrombie & Fitch. Un oceano di persone si accalcò davanti al negozio per l’evento, ma anche in seguito le code sembravano sempre infinite. Il brand mirava a trasformarsi in qualcosa di più di un semplice negozio di vestiti. I giovani erano la fascia di popolazione a cui erano destinati questi capi di abbigliamento casual come jeans, magliette e camice a quadri. A sponsorizzare il tutto si potevano trovare svariati modelli a torso nudo all’ingresso dei negozi.
La storia del marchio, benché divenuta moda solo recentemente, affonda le radici nel secolo precedente al 1992, anno della sua rilevazione. Da allora venne modificata la strategia comunicativa: l’obiettivo era diventare punto di riferimento per giovani borghesi con qualche soldo da spendere, visti i prezzi alti. La politica di questo brand, secondo il documentario, rifletteva la volontà di vestire solamente determinate persone perché “l’esclusione fa parte della società”.
La politica dell’esclusione
Anche se erano presenti linee da donna, il cliente ideale era rappresentato da uomini giovani, magri, possibilmente biondi e atletici. Un marchio che voleva rappresentare in modo estremo la gioventù americana, cosa che, a lungo andare, gli si è ritorto contro. Un documentario molto interessante che colpirà soprattutto quelle persone che avevano circa vent’anni nello scorso decennio. Ragazzi e ragazze alla presa con canoni estetici difficili da raggiungere, dalla magrezza estrema al corpo atletico.
Oggi si sente parlare frequentemente di inclusione, sembra impossibile ci sia stato un periodo in cui l’esclusione era la normalità. Troppo grasso, troppo basso, troppo scuro, troppo magro, troppo diverso sono tutti giudizi scaturiti da modi di pensare che andrebbero archiviati per sempre. Ci colpirà nel profondo la storia raccontata in questo documentario.
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