Chi uscirà vincente e chi perdente dalla crisi da coronavirus: su chi investire?

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Chi uscirà vincente e chi perdente dalla crisi da coronavirus: su chi investire? Quali saranno i vincitori ed i vinti del mercato, quando l’emergenza da Covid-19 sarà terminata?

La pandemia indotta dal nuovo Coronavirus ha posto tutti coloro che masticano pane e mercati di fronte ad una cosa evidente. Gli alti livelli di debito delle società dovranno scendere di necessità, causando un prolungato periodo di bassa crescita. In generale, le imprese quotate hanno registrato livelli di utili sopra la media storica negli ultimi anni. Ora molte stanno emettendo avvisi di profitti in riduzione, non sono in grado di fornire una guidance e stanno tagliando i dividendi in maniera massiccia o addirittura li sospendono.

Qual è l’attrattività dell’azionario in questo momento rischioso? Essere un’alternativa quasi obbligatoria a quel reddito che non si può trovare tra le obbligazioni più sicure. Ma nei momenti di crisi si aprono anche interessanti divari tra le diverse società e settori, e solo l’azionario può permettere di esploitarli. Dopo la crisi delle dot-com, i titoli che hanno mancato il rialzo nei due anni successivi sono stati i tecnologici. Dopo la Grande Recessione, sono state le banche e i finanziari ad avere la stessa evoluzione. Oggi appare evidente che i titoli azionari dei settori viaggi e alberghiero non saranno i vincitori della prossima fase di mercato.

Siamo ancora molto lontani da un’inversione del ciclo economico, anzi. La crisi economica indotta dalla pandemia e dall’indispensabile lockdown sta mettendo sotto pressione gli utili, mentre i mercati stanno prezzando una recessione. I controlli sui mercati azionari, impedendo le vendite allo scoperto, hanno cambiato le regole del gioco, creando squilibri che dovranno risolversi e che, al momento, sono totalmente imprevedibili.

Chi uscirà vincente e chi perdente dalla crisi da coronavirus?

Quindi chi ha vinto, finora? I titoli tech senza dubbio, visto l’aumento del lavoro da casa e dell’intrattenimento “home made”. Ed anche quelli che forniscono non solo le piattaforme, ma la tecnologia che sta alla base della Rete e del cloud. Ma anche le società growth o che beneficiano di bassi costi degli input. Inoltre, quelle che hanno dato prova di resilienza nel settore food e quello legale (poco considerato, ma presente), oltre ai servizi con forti utili.

Ah, ovviamente anche quelle del settore sanitario. E chi ha perso? Oltre ai già citati settori travel e hospitality, le commodities e le società che distribuiscono dividendi. Ma anche società con bilanci precari e utili in picchiata. O che hanno di fronte un lungo percorso verso la ripresa a causa di una base clienti fortemente compromessa ed una concorrenza agguerrita od un mercato senza vantaggi competitivi. Insieme a queste, anche quelle vittima dei cambiamenti strutturali, a cui magari non riescono a fare fonte.

Lo sfruttamento della differenza tra vincitori e vinti della crisi coronavirus si gioca andando lungo su chi sta vincendo e vincerà, e corto su chi sta perdendo e perderà. Questa strategia può consentire risultati positivi anche durante le correzioni di mercato e le successive riprese, come le crisi a cui si è accennato prima. Dopotutto, una doppia strategia, puntando su due cavalli, è certamente più vincente di una che punta su uno solo.