Dalla Cina, qualche settimana fa, è arrivata la notizia delle difficoltà, enormi, di Evergrande, nel ripagare i suoi debiti. Successivamente c’è stato il prevedibile snocciolarsi delle altre realtà immobiliari cinesi anche loro in crisi.
Parallelamente, sempre in Cina, si è sviluppata l’ormai noto energy crunch che ha lasciato a secco, e al buio, molte case e soprattutto molte aziende, costrette a fermare la produzione. Ultima tegola ieri con un PIL del terzo trimestre che non arrivava al 5%. Bel al di sotto del 7,9% registrato nel semestre precedente. Insomma, una serie di dati che non fanno ben sperare nel futuro dell’economia della Nazione asiatica. Ancora di più se si pensa che alcune proiezioni danno il risultato del quarto trimestre al 3%. Insomma, una serie di dati che potrebbero suggerire, come hanno evidenziato gli analisti di DBS, un rallentamento anche per il prossimo anno con un PIL che, stando alle loro previsioni, non dovrebbe andare oltre il 5,3% invece del precedente 6%.
Chi soffre di più in Italia per la crisi della Cina?
Stesso discorso anche in casa Barclays che per il quarto trimestre si fermano al 3,5% di PIL. Un rallentamento che, evidente già da adesso, per Nomura potrebbe addirittura portare ad un intervento da parte della Banca centrale cinese. Ma guardando al panorama che si è delineato in queste ultime settimane, chi soffre di più in Italia per la crisi della Cina? Indubbiamente, infatti, la Cina è un mercato immenso, soprattutto per alcuni settori, primo fra tutti il lusso. E come è altrettanto noto, è l’Italia uno dei principali partner commerciali in questo campo. Moncler e Brunello Cucinelli, ieri a Piazza Affari, hanno già accusato il colpo. Ma non sono stati gli unici. Infatti a Parigi Lvmh ha perso oltre il 2,54% ed Hermes il 2,17%.
Alla base di questa debolezza c’è la nuova politica di Xi Jinping il quale, dopo anni di crescita quantitativa, vuole puntare ad una redistribuzione della ricchezza. Il suo progetto sarebbe quello di aumentare la domanda interna, favorendo i consumi della fascia sociale media. Allo stesso tempo il tutto prevede anche una serie di riforme sia del sistema sanitario che di quello previdenziale. Infatti, la popolazione cinese, che supera il miliardo e mezzo di persone, deve accusare il colpo di un progressivo invecchiamento.