Chi sa gestire meglio il denaro, gli uomini o le donne? E’ una domanda antica come il mondo, o quasi. Certamente presente da quando l’umanità ha incominciato a dare un valore alle cose, prima col baratto, e poi col denaro. Quest’ultimo è stato gestito solo dagli uomini per millenni, in quanto le donne non avevano alcun potere di trattare cose come il commercio o gli affari. Ma, da quando le cose sono cambiate, sempre più (per fortuna) donne hanno la gestione del denaro. Che sia il proprio o quello della famiglia non conta. Conta il fatto che oggi sia uomini che donne gestiscono denaro. Quindi la domanda rimane pressante: chi sa gestire meglio il denaro, gli uomini o le donne? Vediamo di capirlo, se è possibile.
Esistono indici, che dipendano dal genere, che possono spiegare i comportamenti di spesa e di investimento delle persone? Ci sono stati parecchi studi in merito, sin dagli anni ‘90 del secolo scorso. Questi confermano le differenze tra uomini e donne nella percezione delle proprie situazioni finanziarie. E le differenze riguardano anche la percezione del tempo. Percezione che, a sua volta, influenza le emozioni sulle proprie condizioni finanziarie presenti e future.
Le differenze tra uomini e donne, delineate
Le differenze di cui sopra sono possono essere ascrivibili a quattro categorie diverse.
- Le credenze finanziarie sulla situazione finanziaria presente e futura. Come è andata nel passato? E nel futuro? Come va agli altri, in paragone a me? Tutto questo può influenzare domanda e offerta.
- Le preoccupazioni finanziarie per la propria attuale situazione finanziaria. Quanto tempo devo trascorrere ad occuparmi del mio denaro, dei miei soldi? Quanto influisce su lavoro e relazioni interpersonali questa mole di tempo?
- I comportamenti di spesa. Le differenze negli acquisti di uomini e donne sono chiare ed evidenti.
- La soddisfazione per alcuni specifici aspetti delle proprie finanze. Questo aspetto comprende. Questo aspetto comprende la quota di risparmi, la mole di debiti, la capacità di programmare obiettivi finanziari a lungo termine. Ma anche la capacità di prepararsi ad affrontare le emergenze.
Chi sa gestire meglio il denaro, gli uomini o le donne?
In merito al punto 1, non ci sono grandi differenze. Le donne sono, in genere, meno ottimiste degli uomini nel confronto tra la propria situazione finanziaria e quella altrui. Può sembrare strano, ma gli uomini subiscono l’effetto del confronto, dicono gli studi, e si sentono inferiori agli altri nella propria situazione finanziaria (“a lui va meglio che a me”, “lui ha più soldi di me”).
In merito al punto 2, non è vero che le donne siano facilone e non abbiano preoccupazioni, relativamente al denaro. Sono infatti loro ad essere moderatamente più preoccupate. Gli uomini sono invece quelli maggiormente influenzati nelle abitudini della vita quotidiana, soprattutto nelle relazioni.
Relativamente al punto 3, pare proprio che le donne spendano più volentieri e con più facilità degli uomini (“mani bucate”). Sia uomini che donne spendono con relativa facilità, ma tra chi riferisce di avere problemi finanziari, le donne sono in maggioranza. Questo perché ammettono di comprare senza avere realmente bisogno, o di fare spese senza pianificazione. Nel genere femminile, poi, la spesa viene vista come una gratificazione (“adesso mi compro qualcosa di bello, che mi piaccia”, “adesso mi faccio un regalo”), non tanto come un acquisto necessario.
Infine, parlando del punto 4, le donne sono più soddisfatte degli uomini di come e quanto riescono a risparmiare, almeno all’inizio. Se però guardano la loro situazione attuale, questa soddisfazione scema molto. Gli uomini sembrano invece più bravi a pianificare gli investimenti a lungo termine e a gestire le emergenze.
In conclusione
La perfezione non esiste in nessuno dei due generi, ovviamente. Le donne, insoddisfatte del proprio modo di gestire i soldi, continuano imperterrite nelle loro abitudini “rovinose”. Gli uomini, più bravi (e abituati) a gestire il denaro, sono però più insoddisfatti nel confronto, arrivando anche a minare le relazioni con queste loro preoccupazioni.