Una recente ordinanza della Corte di Cassazione evidenzia l’importanza di tutelare i contribuenti in crisi di liquidità. Infatti, nell’ordinanza n. 17027 depositata il 16 giugno 2021, si evidenzia che chi non paga l’F24 delle imposte non è sanzionabile se dimostra le difficoltà. In effetti l’impresa che non effettua il pagamento delle imposte deve produrre la prova del mancato pagamento per cause non prevedibili. Ma analizziamo in breve quali sono le motivazioni che evitano multe e sanzioni salate per omesso versamento.
Chi non paga l’F24 delle imposte non è sanzionabile se dimostra le difficoltà
La Corte di Cassazione precisa che se il contribuente dimostra che non ha pagato le imposte per cause che non poteva prevedere, la sanzione non è applicabile.
Il caso esaminato riguarda un contribuente che non ha pagato le imposte per mancanza di liquidità.
Infatti, il contribuente giustifica alla Corte che l’omesso versamento è dovuto a causa di una crisi di liquidità innescata dai mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione.
La Corte esaminata la documentazione presentata, e stabilisce che si tratta di una forza maggiore e ritiene illeciti gli interessi e le sanzioni applicate.
Sempre più difficoltà incontrano le imprese nel pagamento delle imposte, dovuto anche da un ingorgo delle scadenze fiscali. Infatti, si attende la proroga dei versamenti con scadenza al 30 giugno 2021 e lo slittamento delle cartelle esattoriali al 31 dicembre 2021.
La Corte accoglie il ricorso
I giudici di legittimità e di merito accolgono le doglianze della società. Tale accoglimento è giustificato anche dal contesto di emergenza sanitaria ed economica che ha colpito l’Italia.
La Corte afferma, che nel contesto storico attuale, la crisi di liquidità delle imprese non è dovuta dalla negligenza dell’imprenditore.
Tuttavia, è bene conservare le prove che testimoniano il calo di fatturato e le difficolta ad incassare i crediti. Inoltre, bisogna produrre anche i tentativi di richieste di recupero del credito.
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