Chi cerca rendimenti più alti a tasso fisso può solo comprare questi titoli ma attenti ai rischi. Siete investitori in reddito fisso? Magari in titoli di Stato? Vi mancano i rendimenti degli anni passati? Per intenderci, quelli di prima della Grande Crisi Finanziaria? Sappiate che non li avrete più. Non vogliamo spaventarvi. Ma solo fornirvi, realisticamente, una doccia di cruda realtà. E, al contempo, fornirvi una valida alternativa. Ovviamente, anche in questo caso, in maniera realistica. Per sapere di cosa si tratta, continuate a leggere.
I rendimenti dei titoli del settore income, cioè del reddito fisso, sono in caduta libera. Chiaramente stiamo parlando dei titoli di Stato. E, più nello specifico, di quelli dei Paesi sviluppati. Perché nei mercati emergenti, come detto anche in diversi articoli nei mesi scorsi, c’è ancora un rendimento interessante. C’è però un settore in cui, a livello di reddito, si può trovare ancora un rendimento interessante. Ed è quello corporate. Cioè delle aziende. Che, come gli Stati, possono emettere bond. Ovvero obbligazioni. Che è una forma di finanziamento alternativa al credito bancario. E che tutte le aziende utilizzano, più o meno. Ovviamente anche quelle quotate.
Chi cerca rendimenti più alti a tasso fisso può solo comprare questi titoli ma attenti ai rischi
Come in ogni emissione obbligazionaria, anche il debito corporate risponde alle logiche del mercato. Quindi i titoli emessi hanno una valutazione. Che in gergo si chiama rating. E che distingue i bond in due categorie. Investment Grade (IG) e High Yield (HY). Cioè “investibili” e ad “alto rendimento”. Il rating è espresso, da tutte le agenzie che se ne occupano, seconda una scala di valutazione. Scala che viene espressa in lettere. Da AAA fino a BBB- si parla di Investment Grade. Da BB+ fino a D (insolvenza) si parla di High Yield.
E’ chiaro sin da subito che le aziende che forniscono un rendimento più alto siano quelle più interessanti in cui investire. Ma, come abbiamo cercato di specificare nel titolo, sono anche quelle più rischiose. Perché, è bene specificarlo, a maggior rendimento si associa sempre un maggior rischio. Sempre. Questa è una regola universale. I titoli High Yield, infatti, presentano una vulnerabilità al rischio di insolvenza. Questo in quanto sono più esposte di altre ad avverse condizioni economiche, finanziarie e settoriali.
Quando un’azienda si rivolge ad una banca per l’emissione di un bond, infatti, si espone allo scrutinio dei propri conti. Il rating, in definitiva, non è altro che un voto sulla condizione economica e finanziaria di un’impresa. Ed è di ogni logica che una società con un rating di AAA sia più solida, economicamente e finanziariamente, di una con rating BB+. La seconda è più appetibile, come rendimento. Ma anche più rischiosa. E senza alcun dubbio è sempre così.
I rischi ci sono sempre
Proprio così. Anche nelle società Investment Grade. Perché il rischio è connaturato con l’investimento finanziario. Come dice un vecchio detto, infatti, “non esistono pasti gratis”. Che vuol dire che tutto ha un prezzo. E quindi un rischio. Volete la riprova? Pensate a Parmalat. O a Cirio. Oppure a Lehman Brothers. Poco prima di fallire queste società erano tutte quotate IG. E tutte vicine al top. Quindi, tutte considerate molto sicure. E sappiamo tutti come è finita. Certo, imbrogliavano sui conti. Certo, magari hanno anche corrotto perché il loro rating fosse più alto. Ma quello che vogliamo farvi capire è che anche investire in società solide comporta sempre un rischio. Con l’introduzione del bail-in, poi, questo rischio è ancora più grande.
Anche in ambito bancario. Una volta considerato supersolido. Perché il bail-in risolve una crisi bancaria coinvolgendo esclusivamente azionisti, obbligazioni e correntisti. Perché non fa pagare un eventuale salvataggio alla collettività, come accadeva invece nel bail-out. Quindi, attenzione. Molta attenzione. Più rendimento equivale sempre a più rischio. E spesso questo rischio conviene. Ma c’è, sempre. E bisogna analizzarlo bene prima di investire.