Le questioni che interessano le successioni ereditarie si caratterizzano talvolta di aspetti di non facile comprensione. Si sente spesso parlare di quota legittima e di quota disponibile. Che vuol dire, che cosa significa l’uso di questa terminologia e quali aspetti distingue? Al momento dell’apertura della successione è utile capire in che maniera i beni defunto si possono distribuire tra i familiari o le persone più care. Ecco perché nel seguente articolo ci occuperemo di capire che cos’è la quota legittima di eredità e in quale percentuale spetta.
Chi ha diritto ad una parte di eredità
Al momento della morte della persona cara, che sia presente o meno un testamento, alcuni eredi conservano il diritto ad avere la quota legittima. Che cos’è la quota legittima di eredità e in quale percentuale spetta? La Legge riserva ai familiari più vicini al defunto una quota di eredità inviolabile. Questo significa che qualsiasi testamento non può disporre diversamente di tale quota che, a ragione, si definisce anche “indisponibile”.
Prendiamo il caso del signor Carlo che lascia la moglie ed un figlio e dispone di un testamento prima della sua morte. Sebbene Carlo abbia la facoltà di decidere a chi destinare il proprio patrimonio, la Legge gli impone di non escludere tanto la moglie quanto il figlio. In questo caso, il figlio e la moglie di Carlo hanno diritto almeno alla quota indisponibile. Lo stesso vale anche nel caso in cui non sia presente un testamento: la porzione indisponibile si assegna secondo la quote di legittima che prevede la Legge. Inoltre, tali quote non possono essere soggette a vincoli. Questo vuol dire che chi fa testamento non ha il potere di porre delle condizioni sulla quota ai legittimari secondo l’art. 549 del codice civile.
Che cos’è la quota legittima di eredità e in quale percentuale spetta?
Ora che abbiamo chiarito quali sono gli aspetti principali che descrivono la quota legittima, cerchiamo di capire come si assegna. La porzione disponibile dell’eredità si calcola secondo quanto stabilisce l’art. 556 del codice civile: si considerano tutti i beni appartenenti al defunto; si sottraggono i debiti del de cuius; si aggiunge il valore di ciascun bene che il defunto ha donato ai cari fin quando era in vita; infine, su questa somma si stabilisce la porzione disponibile. Per fare un esempio, vediamo come si calcola la legittima in favore del coniuge.
Nel caso in cui non ci siano figli, allora il coniuge ha diritto al ½ del patrimonio. Laddove vi sia coniuge ed un figlio, ad entrambi andrà 1/3 della quota. Se insieme al coniuge sono presenti più figli, al primo spetta ¼ della quota ed i figli si dividono ½ del patrimonio equamente. Ricordiamo che anche il coniuge separato gode degli stessi diritti ereditari. Ciò a patto che non abbia ricevuto in addebito la separazione come da art. 548 del codice civile.
In quest’ultimo caso, al coniuge spetterebbe esclusivamente un assegno vitalizio laddove risultasse beneficiario degli alimenti da parte dell’ex coniuge al momento del suo decesso. In assenza di figli, l’eredità potrebbe spettare anche ai familiari che si indicano nella guida presente qui. Ecco dunque che cos’è la quota legittima di eredità e in quale percentuale spetta.