La pensione è un diritto del cittadino. Oggi ci sarebbe da chiedere una pensione sociale di base uguale per tutta l’Europa. Purtroppo quella italiana è soggetta a essere “beccata” e a volte tagliata. Infatti dal 15 dicembre prossimo, termina il blocco a causa del Covid, e riprende la possibilità di pignoramento, anche delle pensioni. Ma che cosa lo Stato non può togliere dalla tua pensione a partire dal 15 ottobre?
Perché il pignoramento
Se tu pensionato hai avuto in passato problemi con le tasse, lo stato può rivendicare il diritto di prendere il dovuto dalla tua pensione. Certamente potrai contrattare, chiedendo delle dilazioni di pagamento, ma ciò che devi lo dovrai dare.
Inoltre proprio con la legge di bilancio 2020 è stata approvata una sorta di procedura espresso, che evita gli ostacoli burocratici per venire subito al dunque. Come già accennato in un precedente articolo: “Al momento abbiamo un’unica risposta fornita dal Decreto Legge Semplificazioni (in vigore dal 7 luglio 2020 ndr): tasse non pagate, il pignoramento arriva per direttissima”.
Non solo Stato ma anche i Comuni
Con la nuova legge anche i comuni potranno accedere alla tua pensione in caso di mancato pagamento di qualche tassa comunale. Infatti hanno la possibilità di accedere direttamente ai tuoi conti correnti, di cui conosceranno tutti i segreti. Ma che cosa lo Stato non può togliere dalla tua pensione a partire dal 15 ottobre?
Chiediamoci: lo Stato può veramente lasciarci in mutande? Effettivamente non potrebbe. Prima di tutto la procedura di pignoramento non può toccare la prima casa, che resta un bene fondamentale. Sempre però che sia il luogo dove si sia posta la residenza anagrafica e inoltre non appartenga alla categoria “beni di lusso”.
La pensione certo è raggiungibile dal provvedimento, ma non tutta, a cui si deve garantire un minimo per la sussistenza, il “minimo vitale”. Questo minimo corrisponde all’assegno sociale che varia ogni anno, aumentato della sua metà.
Per cui la pignorabilità della pensione non riguarda il minimo vitale, che nel 2020 corrisponde a 689,74euro.