Del Vecchio, padre e padrone di Luxottica punta al controllo di Generali Assicurazioni. Ma la strada per arrivare al Leone di Trieste passa per un obiettivo che ha scatenato una bagarre. Ed ha riportato l’Italia indietro di 30 anni. Vediamo perché.
Del Vecchio guarda a Generali Assicurazioni
Leonardo Del Vecchio ha 84 anni; con la sua Luxottica ha costruito un impero distribuito su 5 continenti. E ieri, questo Grande Vecchio dell’economia, ha riportato le lancette della finanza italiana indietro di 30 anni. Erano i tempi in cui in Italia il salotto buono era Mediobanca guidata da Enrico Cuccia. L’uomo che per 50 anni, fino al 2000, è stato il riferimento di tutte le operazioni finanziarie italiane.
Con un colpo a sorpresa Leonardo Del Vecchio ha chiesto alla Banca Centrale Europea di salire al 20% dell’azionariato di Mediobanca, di cui già possiede il 9,9%. L’obiettivo dichiarato è quello di blindare Assicurazioni Generali (MIL-G), di cui Mediobanca possiede il 13% e Del Vecchio il 5%.
Ma qual è il vero obiettivo di Del Vecchio?
C’era una volta in Mediobanca: Leonardo Del Vecchio e l’operazione d’antan che punta alle Generali
Se Leonardo Del Vecchio salisse al 20% di Mediobanca sarebbe un evento storico, mai accaduto. Nei decenni ’70-’80-‘90, ai tempi di maggiore fulgore della banca di Piazzetta Cuccia, le tre principali banche italiane commerciali ne detenevano, insieme, il 25%. Mai un solo azionista ha avuto in suo possesso un quinto delle azioni. E mai Cuccia, l’uomo che ha guidato Mediobanca per 50 anni, lo avrebbe permesso. Nel trentennio rampante della finanza italiana, tutte le operazioni economico-finanziario-industriali dovevano fare i conti con Mediobanca. Nel bene o nel male. O erano benedette da Cuccia o erano contro Cuccia. Tertium non datur!
Le vere intenzioni
C’era una volta in Mediobanca: Leonardo del Vecchio e l’operazione d’antan che punta alle Generali, una battaglia dal sapore nostalgico ma che si combatte oggi. Mediobanca ha perso potere, non conta più come ai tempi di Cuccia, e Leonardo del Vecchio lo sa. Mediobanca è una pedina in una risiko molto più grande. Il patron di Luxottica ha in mente un futuro del Leone di Trieste in partnership con una altro colosso assicurativo, la francese Axa.
Intendiamoci, Del Vecchio non lo ha detto, ma le strade portano lì. Gli indizi ci sono tutti. Noi ci ostiniamo a chiamare l’azienda del Cavaliere Del Vecchio ancora Luxottica. In realtà il gruppo si chiama Essilor-Luxottica, multinazionale con sede a Parigi fondata nel 2018. Le quote in Mediobanca sono state acquistate con la banca d’affari francese Natixis.
Iniziare a controllare Generali attraverso Mediobanca è più semplice, piuttosto che salire direttamente nell’azionariato di Generali. Del Vecchio lo farà poi, probabilmente portando la sua quota dal 5% al 9,9% (se non ha già cominciato a farlo).
Il rischio di scalate per le aziende italiane
Questa è una operazione dal sapore antico, quasi nostalgico, ma dagli interessi veri. Del Vecchio sfrutta il momento favorevole di un governo distratto da diatribe interne e problemi esterni. E approfitta di una quotazione di Generali (e di Mediobanca) da saldo. Ma pone un problema vero, quello del rischio scalate a gruppi italiani: Generali, ma anche Unicredit, Intesa e molte altre.
Non è un caso che Mustier amministratore delegato di Unicredit ha venduto le partecipazioni meno importanti, comprese quelle in Mediobanca. Con l’obiettivo di fare cassa e rafforzare il patrimonio della banca.
Non sono più i tempi di Enrico Cuccia e della partecipazione in Mediobanca, perché salotto buono della finanza italiana. Eppure, una operazione dal gusto nostalgico come questa la poteva fare solo un Grande Vecchio della finanza italiana, che non a caso ha 84 anni. Ma salire al 20% di Mediobanca per controllare Generali, con Cuccia vivo è cosa che non si sarebbe neanche potuta pensare. Chapeu!