Le vacanze post Covid-19 saranno rigorosamente in Italia per molte famiglie. Ma attenzione a non scampare il virus e cadere preda delle truffe sui pacchetti viaggio o dei raggiri riguardo le case vacanza. Il Codacons ha già il centralino bollente, stanno già fioccando le prenotazioni di appartamenti al mare con tanto di pagamento online della caparra, senza lieto fine. Si arriva sul posto, la casa al mare vista sulle foto c’è, ma il proprietario cade dalle nuvole: non l’ha mai messa in locazione.
La disdetta a stretto giro
Oppure si affitta una baita in montagna ma, dopo una settimana, il titolare della struttura manda una email dicendo che l’alloggio non è più disponibile, per ragioni sopravvenute: allagamento da acqua, per esempio. Niente partenza il primo luglio, insomma. E’ inutile chiedere la restituzione dei soldi: non si riesce ad ottenerla né con le buone né con le insistenze. Inutile anche far partire la querela alla denuncia del titolare dell’appartamento o della multiproprietà, presto archiviata.
Non c’è truffa se non c’è raggiro
La ragione è presto detta: se non si ravvisano raggiri nella proposta e nella vendita, se la società che affitta l’appartamento è realmente esistente e titolare del conto corrente, se l’attività di locazione è attiva e regolare, non c’è truffa. C’è invece un venditore che non si è comportato in modo corretto avendo l’obbligo di comunicare al nuovo cliente l’indisponibilità dell’immobile.
Case vacanza, attenti alle truffe
Se il pagamento della caparra è stato effettuato con una ricarica Poste Pay, l’effettivo titolare della carta sulla quale è stata operata la ricarica non è responsabile: inutile rintracciarlo. In questi raggiri il titolare della carta non è quasi mai anche il proprietario dell’appartamento. Inoltre, su alcuni siti non è neanche previsto uno spazio dove inserire una causale, quando si fa il pagamento. Quando si risponde a un annucio, viene detto per telefono che si potrà pagare comodamente all’arrivo, con un assegno. E che l’acconto pagato online potrà essere anche restituito, se si desidera. Questa opportunità attira molto, perché in molte famiglie le vacanze si pagano con la quattordicesima, dunque in primavera si hanno da parte giusto i soldi per l’acconto.
Cosa stabilisce la giurisprudenza
La giurisprudenza stabilisce che il pagamento di un bene o un servizio senza un contratto, una scrittura, alcuna garanzia di adempimento della controprestazione e la mancata consegna (in questo caso dell’appartamento) non integrano il reato di truffa. Ma configurano solo un inadempimento di natura civilistica. Dunque ci si può solo dolere della perdita. L’acconto versato equivale a un trasferimento di denaro tra privati, come se si trattasse di un regalo per un anniversario. Quindi attenti alle truffe quando si parla di case vacanza.