Carige scende del 3%: i motivi ed il focus sul titolo

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Investing.com – Lo scontro al vertice di Banca Carige (MI:CRGI) sta mandando a fondo il titolo che cede intorno al 3% con le azioni quotate a 0,0077 euro.

Alle dimissioni di ieri del presidente Giuseppe Tesauro, oggi si sono aggiunte quelle del consigliere indipendente del cda Stefano Lunardi. La mossa è stata motivata con il “sussistere di motivi di dissenso e divergenze con l’organo di governo della società per quanto riguarda la gestione aziendale e la visione di governance”.

La “banca prende atto delle dimissioni e ringrazia il Dott. Stefano Lunardi per l’attività svolta durante il mandato”, scrive l’istituto in un comunicato e nel corso della prossima riunione del cda verrano presi in esame i provvedimenti necessari.

I motivi di dissenso con l’organo di governo erano stati gli stessi motivi alla base della scelta di Tesauro, il quale aveva spiegato in una lettera come “la Bce scrive e dialoga direttamente con l’ad Paolo Fiorentino e solo marginalmente col presidente”.

A seguito di queste dimissioni, Vittorio Malcalza, vicepresidente di Carige, assumerà le funzioni di Tesauro e sarà nelle sue mani la decisione della convocazione immediata o posticipata dell’assemblea dei soci.

Nel corso della prossima assemblea dei soci, però, potrebbe scaternarsi la lotta tra lo stesso Malacalza e i fondi, i quali potrebbero chiedere l’integrazione del board con nuovi ingressi o chiedere il rinnovo totale del consiglio.

Intanto, a Piazza Affari è tutto il comparto bancario che resta negativo, con il Ftse Italia All Share Banks che cede l’1,65%, sottoperformando il Ftse Mib che resta intorno alla parità.

Tra i peggiori troviamo Banca Generali (MI:GASI) a -3,41%, Banco Bpm (MI:BAMI),Ubi Banca (MI:UBI) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP) in flessione del 2%, seguite da Bper Banca (MI:EMII), Unicredit (MI:CRDI), Unipol (MI:UNPI) e Banca Mediolanum(MI:BMED) con una flessione superiore all’1%.