In queste pavide giornate delle Borse di inizio maggio c’è qualcosa che non quadra, che non collima col ribasso: la tenuta del BTP futures.
La correlazione tra Borse e BTP specie sui time frame più brevi si è nel tempo dissolta.
Sui trend multi-days detta correlazione invece rimane molto significativa.
Ebbene il fatto che in queste giornate di mercati azionari in caduta il BTP futures si sia mantenuto sopra la quota critica e significativa di 130 ci dice qualcosa.
Trump vuole il crollo delle Borse?
Questa che, per ora, è una correzione dai massimi (storici negli USA di Periodo in Europa e Asia) è stata innestata da Trump.
Troppo violento e repentino il voltafaccia sui dazi con la Cina, questione che pareva risolta, per non pensare a una mossa premeditata.
Pare chiaro che Trump abbia voluto scuotere la FED per ottenere l’agognato ribasso dei tassi di interesse.
E’ altrettanto evidente che la Casa Bianca non può permettersi di essere la causa di un vero e proprio crollo di borsa.
Il BTP futures ci sta dicendo proprio questo.
Il ribasso in corso non è pienamente credibile.
O almeno non va catalogato come inversione di tendenza vera e propria.
BTP Futures e spread in movimento
Se guardiamo il comportamento del BTP futures da un’ altra angolazione, quella dello spread, osserviamo qualcosa di diverso.
In effetti lo spread verso il Bund tedesco è risalito riportandosi sopra quota 260.
Ma,in questo caso, risulta evidente che stiamo pagando problematiche domestiche.
La litigiosità del governo mantiene l’Italia al centro delle attenzioni della speculazione internazionale sempre a caccia di prede deboli da cavalcare al ribasso.
Non siamo ancora a questo punto ma da mesi viaggiamo in quel limbo di pre-allarme che comunque rimane poco rassicurante.
E il BTP futures è la naturale espressione di queste tensioni più o meno latenti.
Una crisi di Governo sarebbe catastrofica per l’Italia sia a livello di spread sia a livello di Borsa italiana.
A prescindere da quello che potrà accadere nelle Borse del resto del mondo.
Doppio set-up a Maggio
A Maggio gli strumenti di PdB indicano due set-up: il 10 ed il 22.
L’ipotesi di un minimo il 10 e una massimo il 22 andrebbe a confermare il detto “Sell in May…”
Viceversa se questo ribasso dovesse proseguire fino al 22, intervallato da un mini rimbalzo fino al 10, allora avremmo la quasi sorpresa di vedere i mercati salire subito dopo le elezioni europee.
Forse proprio perché nulla cambierà…
In ogni caso, da qualsiasi angolazione si guardino i mercati, riteniamo improbabile, sia prima che dopo i set-up, una vera e propria inversione ribassista del macro trend delle Borse.
Proprio come ci sta indicando la tenuta del BTP futures…nonostante i litigi del Governo!