BREXIT, si viaggia verso il no deal

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Oltre alle criticità che arrivano dall’Asia, che si aggiungono alle assai precari condizioni economiche dell’Unione Europea, ecco che anche la BREXIT senza accordo pare sempre più probabile.

Pare infatti che da Londra siano ormai convinti che l’Unione, al di là di qualche parola di circostanza dopo la sostituzione di Theresa May, non sia disponibile ad andare.

Quindi in assenza di proposte concrete Londra è pronta al grande salto.

Ovvero al distacco dall’UE senza accordo.

Una hard BREXIT dalle conseguenze imprevedibili.

Sia per gli interscambi commerciali che per le centinaia di migliaia di lavoratori comunitari che vivono per lo più a Londra.

Secondo le ultime notizie provenienti da Londra, lo scenario si concretizzerà con tutta probabilità vista l’assenza di alternative efficaci.

Tre anni di lavoro della dimissionaria Theresa May dunque saranno, pare, gettati al vento.

D’altronde se così non fosse la ex premier sarebbe ancora al suo posto.

Londra e Bruxelles chi tira troppo la corda?

Capire chi stia alzando troppo la posta tra Londra è Bruxelles non è facile.

Certo è che  in sede UE i timori per l’avanzata dei partiti anti-europeisti sta scatenando grandi paure.

Ecco dunque che è certamente l’Unione ad avere maggiore interesse a fare scattare il caos per creare un deterrente e chi volesse seguire, eventualmente, l’esempio britannico.

Anche perché il vittimismo dei no BREXIT ha raggiunto picchi inverosimili accusando i seguaci di Farage di avere alterato notizie in sede di campagna elettorale referendaria per raggiungere il proprio scopo.

Come se tutta l’apparecchiatura per convincere e ri-convincere milioni di cittadini a credere nell’Europa unita non fosse stata da sempre poggiata su campagne informative pilotate ed artefatte.

Progetti, idee, financo ideali che alla luce dei fatti si sono rivelate fondate su assunti mai realizzatisi.

C’è vita fuori dall’euro e dall’UE

Senza contare che esempi come Danimarca e Norvegia confermano l’inutilità se non la dannosità dell’Euro.

In più nazioni rimaste extra-comunitarie come la Svizzera confermano che semmai bastano buoni trattati commerciali per sopravvivere a quella competizione globale che vediamo a cosa sta portando.

Altro che competizione! Si dovrebbe ragionare in termini di cooperazione ed interscambio!

Il tutto però nel solco di rispettare quelle peculiarità nazionali che non sono miscelabili come la frutta nella macedonia.

BREXIT: scendono le quote dei bookmaker

Stanno precipitando le quote dei bookmaker sul raggiungimento di un accordo tra GB ed UE.

Dopo le dimissioni di Theresa May e tenendo conto delle parole del nuovo premier britannico Boris Johnson, lo scenario più probabile è proprio quello della BREXIT no deal.

Per la verità dopo l’uscita di scena della May per un po’ non se ne è più parlato presi a conoscere meglio e più a fondo il nuovo leader.

Ora però la stampa britannica e internazionale si è resa conto che la sabbia della clessidra che finirà a fine ottobre sta scendendo sempre più velocemente…

Tanto più che dai report provenienti da Londra si intuisce un diffuso pessimismo.

Si è appreso infatti che nei colloqui coi  funzionari britannici l’UE, come al solito bloccata sulle sue posizioni, ha intuito che a Londra non scherzano.

Pertanto l’uscita senza accordo è sempre più probabile.

Non a caso proprio la settimana scorsa Boris Johnson ha ricordato ai vertici di Bruxelles che se non otterrà le  concessioni desiderate in particolare quella sul backstop (il trattato sui confini tra le due “Irlande”…)il Regno Unito lascerà l’UE senza accordo.

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